“Cerchiamo elettricisti, idraulici e muratori. A Milano solo creativi e modelle?“. L’avete visto, questo messaggio, stampato sulle facciate di un tram in circolazione da diverse settimane nel centro di Milano? Un appello, ma anche una provocazione evidente lanciata dall’imprenditore calabrese Saverio Cutrullà, che si è abbastanza stufato di non riuscire a reperire personale tecnico, più o meno qualificato. Il Cutrullà ha a disposizione 24 posizioni aperte nella sua azienda di Facility Management su Milano e provincia, parliamo di stipendi medi dai 2K al mese per un manovale esperto ai 2.700 al mese per i Project manager, quindi roba interessante. Eppure… zero candidature.
Situazione simile nella filiale torinese, dove sono aperte 32 posizioni per tutto il Piemonte che è difficile coprire da diversi mesi. Neanche il messaggio gigante apparso sul tram ha smosso qualcosa: dal QR code presente sul mezzo milanese per accedere alle candidature, non è arrivata alcuna risposta.
Allora è davvero così? Nella City ci sono solo creativi (e pseudo tali) e modelle/i?

L’azienda che ha lanciato la provocazione
Sa.Ve Group è una multiservizi nata a Vibo Valentia 35 anni fa, quando parlare di “facility management” non era ancora cool. Oggi gira nell’ecosistema del settore con un approccio da manuale di economia circolare: gestione, manutenzione e funzionamento ottimale di edifici e impianti, il tutto con soluzioni tecnologiche e sostenibili che fanno bene all’ambiente e pure al karma.
Un vero fiore all’occhiello dell’imprenditoria calabrese: 96 dipendenti, nove sedi in sette regioni Peccato che al Nord trovare personale operativo sia diventata un’impresa mistica, tanto che spesso devono “importarlo” dalle sedi del Sud.
Right now la sede di Tribiano (MI) sta cercando elettricisti, termoidraulici, frigoristi, escavatoristi, autisti, manovali esperti, periti elettrotecnici e project manager. Tutti ruoli inquadrati secondo il Contratto Nazionale Metalmeccanico Industria, con possibilità di andare su fino al +40% in base a preparazione ed esperienza. Quasi quasi ci facciamo un pensierino pure noi.

“Ci sembra di rovesciare un paradigma antico, quello che vede le aziende del Nord incontrare difficoltà al Sud. In realtà non deve stupire che si faccia più fatica a trovare personale in zone del Paese in cui lasaturazione del mercato del lavoro e le dinamiche socio-economiche hanno reso quasi impossibile trovare un lavoratore con competenze tecniche: la corsa al contenimento dei costi, spinta dal modello del massimo ribasso negli appalti, ha creato una zona grigia pericolosa in cui molte piccole realtà offrono lavoro in nero ocontratti ai limiti della legalità, non rispettando le retribuzioni minime e le normative sugli orari. Questocrea un dumping insostenibile. Noi, come azienda strutturata che intende operare in piena legalità e serietà, non riusciamo a competere. Non è però solo una questione di salari, ma il risultato di un sistema in cui i Servizi Generali non sono mai stati considerati strategici quanto l’industria, dove si è tollerato troppo illavoro sommerso e dove, soprattutto, non si è capito che oggi il tempo e la qualità della vita professionale sono la nuova moneta di scambio che i lavoratori, in particolare i giovani, non sono più disposti atrascurare” spiega Cutrullà.
Le cause della crisi occupazionale del settore
Per l’imprenditore calabrese, le criticità del mercato del lavoro nelle regioni col tasso occupazionale più alto non piovono dal cielo: affondano le radici in dinamiche socio-culturali che ci portiamo dietro da anni. Prima cosa: la denatalità. Ci sono sempre meno giovani che puntano a un lavoro tecnico-applicativo, e già questo la dice lunga. Poi c’è il cambio generazionale, che porta nuovi modelli di vita, valori diversi e priorità che col passato c’entrano poco.
“Ai giovani lavoratori vorrei far presente che oggi il lavoro tecnico e specialistico si configura come la via più diretta per accedere al ceto medio-alto del futuro. La specializzazione è la nuova unicità. Nel panorama attuale, la carenza di figure tecniche con competenze specifiche ha creato un vuoto che si traduce in un immenso valore per chiunque sia disposto a colmarlo. Essere un tecnico specializzato, magari un eccellente elettricista, idraulico, manutentore di impianti avanzati, programmatore di macchine CNC o tecnico green, significa essere difficilmente sostituibili dalla tecnologia e accedere a una sicurezza economica non scontata con altri percorsi. Occorre valorizzare la fatica, aggiornarsi sempre, imparare sul campo, saper pazientare eapplicare la costanza, sporcarsi le mani e superare i bias sociali. Un cambiamento di approccio da partedelle nuove leve non può però prescindere da un contestuale intervento da parte del Governo, che dovrebbe riallineare il sistema formativo al mercato del lavoro per le professioni specializzate, aggiornando i programmi ministeriali, le tecnologie e, soprattutto, coinvolgendo direttamente le imprese nella formazione per poi stimolare le assunzioni. La carenza di tecnici qualificati, operai specializzati e figure artigianali è un problema tangibile che va affrontato immediatamente, con lungimiranza e concertazione di tutti gli attori coinvolti, prima che sia troppo tardi e si trasformi in una crisi strutturale senza soluzioni” conclude Cutrullà.









