Milano non avrà il mare, ma ora ha di nuovo il suo Colosseo. Dopo secoli passati sottoterra e sei anni di lavori, il vecchio anfiteatro romano di Mediolanum sta per rinascere in formato 2026, sostenibile, verde e pronto a diventare uno dei posti più scenografici della città.
Parliamo del PAN – Parco Amphitheatrum Naturae, un progetto che punta a creare il più grande parco archeologico urbano green d’Europa proprio tra via De Amicis, Conca del Naviglio e l’Arena. L’obiettivo è ricostruire l’impronta dell’antico anfiteatro — terzo per dimensioni in Italia dopo Roma e Capua — quello che il poeta Ausonio descriveva come “colonnati adorni con statue di marmo, circo e cinta di argini fortificati”.
Sei anni di cantiere, 6,6 milioni di budget
Il progetto parte nel 2019, firmato dall’architetto Attilio Stocchi e voluto dalla Soprintendenza. L’idea: restituire alla città l’atmosfera del Colosseo attraverso elementi naturali, scavi visibili e un percorso immersivo che fonde storia e verde.
Dopo slittamenti, revisioni e tre fasi progettuali, l’inaugurazione è fissata per maggio 2026, qualche mese dopo rispetto al cronoprogramma originario (che prevedeva l’apertura nell’autunno 2025). Però ora ci siamo: la struttura sta per entrare nel suo ultimo atto.
Cosa troveremo al PAN
La nuova area sarà un mix tra archeologia, giardino botanico e teatro all’aperto. Alcuni highlight:
- Il glicine e il platano secolari, sopravvissuti a tutto (compresi i milanesi che passano correndo).
- Camminamenti perimetrali rialzati che affacciano direttamente sulla zona degli scavi.
- Tralicci illuminanti ricoperti da viti rampicanti, pensati per evocare il “primo anello” dell’antico anfiteatro.
- 60mila ceppi di robinia fonoassorbente, una sorta di muraglia green anti-rumore.
- Una buca orchestrale coperta da pedana mobile, pronta per concerti ed eventi culturali — sì, anche in collaborazione con la Scala.
L’ex soprintendente Antonella Ranaldi lo riassume così: «L’intento era ricreare con elementi vegetali l’impronta delle architetture scomparse, integrando nella natura le strutture lasciate a vista. L’acronimo è un richiamo al dio greco della natura, simbolo di vita, al posto della concezione dell’anfiteatro come luogo di morte».
Una nuova identità per la Conca di Viarenna
Il PAN non è un progetto isolato, ma il tassello più iconico di una maxi operazione di rigenerazione urbana chiamata “Conca De Amicis”, promossa da 5Vie e Brand for the City.
Obiettivo: ridare valore all’area della Conca, storico nodo idraulico da cui passavano i blocchi di Candoglia diretti al cantiere del Duomo. Una zona che per decenni è rimasta in ombra e ora punta a diventare un distretto culturale vivo, connetto e partecipato.
Come spiegano Emanuele Tessarolo (5Vie) e Claudio Bertona (Brand for the City): «Vogliamo far rifiorire l’humus storico della zona, creando sinergie tra attori pubblici e privati e ascoltando le istanze dei cittadini. Il progetto unisce archeologia, storia e comunità in una visione integrata».
Una rete che coinvolge scuole, associazioni e il quartiere
Dentro il perimetro del progetto c’è anche il lavoro di Italia Nostra, che punta a valorizzare la Conca e farne conoscere la storia agli studenti milanesi.
Lo ricorda Guido Rosti: «È un patrimonio spesso dimenticato. Lavoriamo con i licei per promuoverne la storia».
E il presidente del Municipio 1, Mattia Abdu, chiude il cerchio: «L’intento è creare una rete territoriale che prenda in carico la tutela della Conca».
Cover Credit: Instagram @ticinese_district









