Autunno, tempo di iscrizione ai corsi più disparati. Lo sappiamo benissimo che, per ogni Imbruttito, l’anno comincia a settembre. E proprio come ad ogni inizio che si rispetti, si presentano puntuali i buoni propositi. Reduce dalle vacanze, l’Imbruttito ha escogitato il piano d’attacco. Perché sì, quest’anno «bisogna svoltare», pensando di più a se stessi e investendo sulla crescita personale. Ben presto però le agende si riempiono, gli sbatti si moltiplicano e la routine della giungla metropolitana torna ad assalirci. In diretta dall’universo dei corsi meneghini, ecco una testimonianza di come, dopo gli entusiasmi iniziali, si finisce per mollare tutto. Magari raccontarlo potrà farvi risparmiare un po’ di cash.
PRIMA DI FIRMARE (il contrattino) PENSA!
9_Improve my English
Listen and repeat. Se non si parla l’inglese come un madrelingua di Oxford ormai non si è nessuno. Il CV viene immediatamente cestinato. Non importa se uno spara una miriade di cazzate, basta che si esprima in fluent english. E allora eccoci alle prese con lo sclero di corsi individuali (fanno anche quello aziendale, ma meglio non mostrare quanto si è capre). Per tanti euro e altrettanto sbatti possiamo rimetterci a studiare i famigerati phrasal verbs e raccontare a qualcuno, che ha avuto il c**o di nascere dove l’inglese si parla dalla nascita, cosa abbiamo fatto nel nostro weekend out of Milano (perché il Milan è una squadra di calcio, che si sappia sul Tamigi). A volte qualcuno vorrebbe lanciarsi anche in una seconda lingua (gettonatissimi spagnolo, mandarino, giapponese e tedesco), più per broccolare che per una reale esigenza linguistica (in senso stretto). In ogni caso, non importa l’idioma, dopo un po’ di lezioni, già sappiamo che si ripiegherà su un grande classico: film e serie tv in lingua originale. «Pheega, su Netflix c’è tutto, teacher is nothing!».
8_Divento Sommelier
E’ dimostrato, conoscere il vino fa figo. Se giocherete bene le vostre carte, di fronte a una bottiglia d’annata potrete far svoltare la serata. Semplicemente evocando sentori di tabacco, cardamomo e anice stellato. Non pensate però sia semplice come bere un bicchiere di rosso o di andare alle lezioni per spaccarvi ammerda. Qui parlo per esperienza personale: completare i tre livelli più seri è molto impegnativo e necessita di parecchio studio. Una volta conseguito l’agognato diploma è ancora più dura, perché più si approfondisce e più si diventa consapevoli di non capirne un c***o. Prima di investire parecchio cash fatevi un bel test motivazionale. Per il resto, ENJOY!
7_Dance, dance, dance
Per qualcuno con il ritmo nel sangue, il ballo è l’essenza stessa della vita. Per altri – pochi a dire il vero – ballare è semplicemente una frustrazione verticale di un desiderio orizzontale. Che sia un sensuale tango argentino, un ballo di gruppo o un giro di valzer in balera, in tantissimi si iscrivono ai corsi più disparati, sia per muovere i primi passi sia per perfezionarsi. La maggior parte si limiterà però ad agitarsi a caso, durante ogni estate, per il Despacito di turno. Perché se non ci sei dentro, NON PUOI CAPIRE!
6_Tutti pazzi per un megapixel
La rivoluzione di Instagram ha portato con sé frotte di aspiranti Steve McCurry o Oliviero Toscani. Hobby costosetto, ma gli Igers Imbruttiti sono disposti a tutto. Da risparmi francescani per una Reflex, sino a levatacce nel weekend per una foto all’alba di domenica, in cima a qualche montagna su per la bergamasca. I corsi servono a perfezionare la propria arte, a scoprire i trucchi dei professionisti e a ricercare continuamente lo scatto della vita. Tutto bellissimo, ma fateci solamente una cortesia: non ce ne frega una beata fava del #nofilter – filtrate pure ciò che volete – ma smettetela di fotografare i piatti dell’apericena. Troppo banale dire che quando i rullini non li pagavate, mai vi sareste sognati di immortalare il cibo. Diciamo chiaro e tondo: Il #foodporn è una giargianata.
5_Bio-passione
Recentemente anche il sottoscritto è entrato quasi per caso nel magico mondo degli ortisti urbani. In pratica, un piccolo esercito di stoici micro agricoltori fai da te che cercano di coltivare qualcosa di naturale, là dove qualche fazzoletto di verde resiste al cemento. L’erba (intesa come quella infestante) cresce benissimo, per l’insalata ci stiamo attrezzando. Quello che conta è che in rete ho scovato un sacco di video e di materiale interessante, anche con riferimento a orti coltivati a Milano. Si va da un calcolatore per dirti cosa si può piantare in un determinato mese, sino a tutorial su come concimare il terreno o seminare le carote (loro sì che sono gli Youtuber della patata). Per non parlare del training on the job, gentilmente concesso dagli scettici pensionati vicini di appezzamento («ma chi ti ha insegnato a fare così?»). I consigli sono gratis, ma l’attrezzatura no e il raccolto non è affatto certo. Basta dimenticarsi di irrigare quando c’è la caldazza e il reparto ortofrutta del super sarà pronto ad accogliere voi e i vostri smadonnamenti.
4_Yoga, Pilates e robe simili
O tra i miei contatti c’è una particolare concentrazione di sciroccati, oppure lo Yoga tira di brutto. Confesso la mia totale ignoranza in materia e mi limito a prendere atto del fenomeno, diffusissimo. Posso però dire di aver visto gente scattare come Usain Bolt per una lezione di pilates in pausa pranzo (l’ormai celebre «per tutti un’ora d’aria!»). Altri investono su se stessi frequentando corsi full immersion per essere abilitati all’insegnamento. Durerà?
3_Chi vuol essere uno chef?
Nel terzo millennio i fornelli sono tornati prepotentemente di moda, grazie anche agli chef diventati star che bucano il piccolo schermo. Se guardiamo oltre alla tv, per diventare cuochi provetti non bastano però un’abbuffata di cooking show e un mini corso da quattro salti in cucina, per giunta acquistato su Groupon. Se poi invece volete fare i food blogger, magari la faccenda è un po’ più semplice, ma nemmeno in questo caso potrete concedervi di sfornare MAPPAZZONI.
2_Scrittura creativa
Anche nell’era dei social, dei milioni di follower e di chi venderebbe un organo per qualche like, lo stereotipo del romanzo nel cassetto è più vivo che mai. Per chi, come il sottoscritto, tenta continuamente di buttar giù qualcosa di sensato (senza riuscirci quasi mai, peraltro), questi corsi sarebbero il TOP. Peccato che, come vi abbiamo già detto qui, l’editoria italiana non stia aspettando trepidante il nostro esordio per tornare ai suoi antichi splendori. A tutti gli aspiranti J.K. Rowling o Stephen King vorremmo dire che prima di tutto si scrive per se stessi. Se poi si aggiunge un mix di hype e qualche botta di c**o, sai mai che quell’uno su mille che «ce la fa» possa essere proprio tra di noi. DAI RAGAZZI NON MOLLATE!
1_Sport (estremo)
Al rientro dalle vacanze i commerciali delle millemila palestre milanesi, iniziano a spingere a tutta. Bombardamenti di chiamate a chi aveva approfittato di quell’innocente (e «senza impegno») coupon gratuito per una settimana di prova. Bisogna buttar dentro più persone possibili, talvolta giocando un po’ sporco e facendo leva sui troppi spaghettini allo scoglio che nascondono un pochino l’addominale. Dopo aver firmato un abbonamento full, che comprende anche corsi che non vi interessano minimamente, scoprirete che lo sbatti per frequentare assiduamente la palestra è inverosimile. Molti non rinnoveranno, tanto «si può sempre andare a correre»! Sì a fare l’aperitivo perché «non puoi capire che giornata!».
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