Quest’anno festeggio la relazione più lunga della mia vita: 10 anni di Milano. 10 anni di amore e litigi, di ansie e frustrazioni, di tradimenti e passione folle.
Per festeggiare le nozze di stagno ho deciso di dedicare le mie parole alla cosa migliore che Milano mi abbia insegnato: la capacità di adattamento.
Se prima guardavo agli squatter londinesi con un accenno di disgusto, ora ai miei occhi sono dei fortunati. Gente che ce l’ha fatta. Persone che ammiro. In 10 anni ho cambiato circa 10 case e uno potrebbe pensare che «Una casa all’anno non è poi molto». Invece, caro matematico di stocazzo, sono ormai 6 anni che vivo nello stesso appartamento. Calcolatrice alla mano il risultato è di 2,25 case all’anno.
Niente male per una 30enne veneta.
Ho girato Milano in senso orario da nord- est a sud, in un turbinio di case matte e coinquilini peggio, ma ognuno di loro mi ha lasciato una lezione di vita che non avrei potuto imparare in un’altra città.
Tipo? Per esempio, scoprire che non sempre è necessario tirare l’acqua dopo aver fatto la cacca.
Ma partiamo dall’inizio con la storia vera dei 5 coinquilini più pazzeschi di Milano.
NB: per depistare ex coinquilini e conoscenti ho mischiato un po’ le carte sul tavolo. Quindi ogni fatto è realmente accaduto ma ogni riferimento è puramente casuale.
1_Julio Roberts
No, non parliamo di un sorriso mozzafiato o gambe lunghissime. Julio, aveva semplicemente trasformato camera sua in un tempio dell’amore. Forse a pagamento.
Ogni giovedì alle 21.00 in punto il campanello suonava.
Lo sconosciuto di turno saliva le scale della nostra casa a ringhiera in zona XXII marzo, stringeva la mano al coinquilino Roberts e si appartava in camera con lui.
Durata dell’operazione lussuria: 2 ore e mezza. E via verso la settimana successiva.
Questi estranei venivano presentati a noi coinquilini come clienti dello studio veterinario in cui Julio Roberts lavorava, che avevano un’urgenza con qualche sverminazione o pappatacio.
Sia messo agli atti: era il 2007, Grindr arrivò solo un anno dopo.
Lezione imparata: Nessun sogno è troppo grande: se vuoi diventare Pretty Woman, aMilano puoi.
2_Licia Colò
Ci spostiamo in Porta Romana per una storia che riguarda gli animali.
Condividevo un trilocale con altre due ragazze, una delle quali viveva nel soggiorno (un po’ per problemi di budget, un po’ per lo spirito donna avventura che l’animava). Così il divano diventò il suo letto, la credenza il suo armadio e via così.
L’igiene invece aveva preferito non vivere con noi.
In un giorno di fine primavera, la nostra Licia torna a casa tutta baldanzosa, tra le mani un tenero fagotto. Un piccolo animaletto ritrovato alla fermata della metro gialla che – secondo Licia- cercava casa disperatamente. Ho provato a spiegarle che era la metro stessa a essere la miglior casa che questo scricciolo potesse mai avere. Invano. Così mi sono ritrovata a condividere la casa con una pantegana con la coda più lunga del mio avambraccio a cui Licia aveva costruito una tana in balcone utilizzando delle scatole di scarpe.
Pochi giorni dopo uscendo a fumare, ci accorgiamo che del topo non c’è traccia. In cuor mio spero abbia spiccato il volo verso la libertà dal nostro appartamento al terzo piano.
Lezione imparata: quando negli annunci leggete amante degli animali, chiedete quali.
3_Lapo Elkann
Ed eccoci in zona Stazione Centrale per quella che è stata la mia permanenza record: una settimana e mezza.
11 giorni veloci e intensi di cui hanno pagato le conseguenze una scopa e una tazza.
Mi trasferisco di mercoledì, già il venerdì iniziano le prime avvisaglie. Il coinquilino Lapo quel giorno era molto nervoso. Aveva un appuntamento al parco che non poteva proprio saltare. Con un outfit studiatissimo che avrebbe fatto impallidire l’Elkann originale, Lapo esce di frettissima.
Il week-end passa tranquillo e lunedì mattina il nostro eroe rientra dopo due giorni alla Chi l’ha Visto?. È sudato, sporco, e la sua camicia sgualcita. Il suo appuntamento non si era presentato e lui l’aveva aspettato per tutto il week-end.
Sulla panchina al parco.
La delusione lascia lo spazio al nervosissimo, che Lapo sfoga rompendo la scopa e una tazzina del caffè. La mia.
Lezione imparata: siamo aMilano, quando date appuntamento allo spaccino mandategli sempre un iCal sull’iPhone.
4_Naviglio Vidal
In zona Navigli ho girato diverse case in cui ho sempre vissuto con coinquilini di sesso maschile, senza mai cadere nel cliché del sesso a domicilio.
E mica perché sono un cesso a pedali, ma perché rispetto la legge silenziosa ma giusta del non mettere il cazzo nel palazzo.
In questo appartamento con clima alla Friends, tutto scorre felicemente fra una birra, una canna e qualche partita alla play. Una mattina mi sveglio prima per una riunione di lavoro, vado a ritirare un paio di calzini stesi in soggiorno (il 90% dei milanesi stende i panni dentro casa) e trovo uno dei due coinquilini che annusa le mie mutande pulite come una sposa fa con il bouquet. Vedo la stessa gioia sul suo volto.
Per chi si stesse chiedendo il motivo del titolo Naviglio Vidal, eccovi un aiuto:
Lezione imparata: trovare casa con balcone aMilano è come trovare il Santo Graal, un tesoro da non farsi sfuggire.
5_Davide Copperfield
La mia terza casa suoi Navigli diventa il palcoscenico del coinquilino prestigiatore.
Davide si presenta come un ragazzone simpatico e cortese ma che in realtà nasconde benissimo nel cilindro magico tutte le sue stranezze. In 6 mesi di convivenza con abili trucchi, ha fatto sparire nell’ordine: DVD, soldi, cibo, vestiti, pentole, bicchieri.
Nessuna delle cose sopracitate era di sua proprietà.
Ma la sua performance più riuscita è quella dello sciacquone. Aveva l’abitudine di non tirare MAI l’acqua del cesso. Quando gli si faceva notare che i suoi movimenti intestinali non meritavano di galleggiare nella nostra tazza, si offendeva moltissimo.
Una sera entrando in bagno una puzza infernale mi prende a schiaffi. Corro a tirare l’acqua e vedo un tappetino di peli pubici ricoprire tutto il fondo.
Inorridita gli urlo «MA TIRARE L’ACQUA NO?».
Risposta: «è impossibile che tu abbia visto lo stronzo… ci ho buttato i peli sopra per far sparire lui e l’odore. Sei una rompicogli**i».
E questa è la storia della sparizione dello stronzo.
Lezione imparata Non fidarsi mai della prima impressione. Gli stronzi si nascondono bene.
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