È esplosa una nuova mania, quella dei No Wax.
Qui non c’entrano i vaccini: No Wax è con la W. Quindi Burioni non scaldarti: non stiamo facendo propaganda agli anti-vaccinisti.
Semmai la facciamo agli anti depilascellaristi, assai più innocui e spassosi.
La No Wax Mania è infatti la tendenza che vuole riportare in auge l’ascella come mamma l’ha fatta, ossia assolutamente non depilata.
Dagli anni Cinquanta in poi le donne sono state perseguitate dalla fissa del corpo glabro e hanno incominciato così a farsi cerette a destra e a manca, disboscandosi gambe, braccia, baffetti, inguine e ascelle, appunto.
Galeotto fu il magazine Harper’s Bazaar che nel 1915 pubblicò tra le sue pagine (gettonatissime dalla crème de la crème americana di allora) una pubblicità in cui una donnina sfoggiava ascelle implumi.
La crème de la crème si fece subito intortare da quella visione fantasmagorica, lasciandosi tentare (da buona crème qual era) dalla primissima crema depilatoria sponsorizzata dalla réclame.
Un secolo dopo s’inverte la tendenza, facendo dell’ascella terreno fertile per la vegetazione autoctona.
Galeotto stavolta è Instagram, gettonatissimo dalla crème de la crème di oggi fatta di trendsetter, wannabechiareferragni, it-girl e blogger di ‘sta cippa: sul Social fotografico più usato che ci sia stanno spuntando peli dappertutto, postati senza remore da modelle, attrici, cantanti e socialite portavoci della cosiddetta (o, meglio: cosihashtaggata) No Wax Mania.
Tra le ambasciatrici del pelo ascellare, una menzione d’onore spetta a Madonna, vera pioniera del vade-retro-rasoio quando ancora la No Wax era antelitteram.
Fin dai ruggenti anni Ottanta la signora Ciccone ha esibito con orgoglio le sue zazzere ascellari, ponendo le basi di quello che tre decenni dopo sarebbe diventato una sorta di culto, professato da tantissime adepte ai lavori più cool. Designer, stylist, blogger, editor… In pratica tutti quei lavori che non hanno un corrispettivo in italiano per definirli (solo quelli sono lavori fighi per i Milanesi Imbruttiti, sappiatelo).
In primis, tra le seguaci della setta pelosa 2.0 c’è sua figlia Lourdes che proprio pochi giorni fa si è immortalata in un selfie con la mamma mostrando e dimostrando che buon pelo non mente.
E nella città della Madonnina poteva non prendere piede questa tendenza di e della Madonna?
Milano ha accolto a braccia aperte la No Wax Mania, mostrando le sue ascelle in tutta la loro splendida genuinità.
Fateci caso, adesso che spunta il primo sole e che il cappottone viene attaccato al chiodo per preferirvi il chiodo: le Imbruttite più trendy hanno sotterrato l’ascia di guerra nei confronti della loro ascella irsuta, ossia la lametta.
Lasciate ogni rasoio, voi ch’entrate in Area C.
La primavera incipiente sta facendo sì che il centro di Milano sbocci in un florilegio di peluria chic, abbinata alla Chanel 2.55 o alle Louboutin, come se l’ascella villosa fosse un accessorio di haute couture.
Insomma: per essere Milanesi Imbruttite sempre al passo con la moda, in odore di Fashion Week alle porte, stirate pure il gilet ma dite addio al Gillette.
Dunque Milano sta diventando felice parrocchia del culto Free Your Pits Movement, il movimento di liberazione ascellare fondato a Seattle qualche annetto fa da Roxie Hunt, un’hair stylist americana che si batte per la Crociata contro la depilazione del sottobraccio femminile.
A lei si deve anche il livello avanzato di questa bizzarra tendenza, ossia la tinta colorata.
Quest’estate preparatevi a vederne di tutti i colori: ascelle azzurro Twitter, blu Facebook, rosso Campari, ovviamente viola Pantone (che è il must di quest’anno) e rosa shocking.
Le ascelle delle Imbruttite DOC scioccheranno tutti i Giargiana nei paraggi, le cui gote vireranno sul rosso Campari dall’imbarazzo.
Aspettando il nuovo advanced level (che sarà quello della permanente ai peli ascellari, con boccoli à la Shirley Temple), accontentiamoci di perdere il vizio di tagliare il pelo..
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