La truffa è servita. Volevano fottere il sistema, ma alla fine il sistema ha fottuto loro. Potrebbe riassumersi con queste due brevi battute la triste storia di una decina di dipendenti ATM beccati con le mani nella marmellata, come raccontato con dovizia di particolari da Corriere.
Ovviamente il cash se lo imboscavano i furbetti del carnet. Peccato che l’impennata dei biglietti scartati non sia passata inosservata e i dipendenti infedeli siano stati sgamati. Le prove sono state ottenute incrociando i dati ATM con i rilievi effettuati dai carabinieri. Per ora gli impiegati sono stati sospesi dal servizio. Poi si vedrà, ovviamente, alla conclusione delle indagini.
Quanto si sarebbero intascati costoro con la truffa? Pare 70k in soli sei mesi di inceppamento stampanti, creato ad arte per procurarsi i biglietti da smerciare fuori sacco. Forse potrà sembrare poco in proporzione alle persone che prendono i mezzi ogni giorno, ma non è il caso di minimizzare.
Siamo di fronte all’ennesimo caso di gente che si crede più furba degli altri. Così come quelli che saltano regolarmente il tornello o le baby gang che si divertono a vandalizzare i treni ogni sabato sera. Se non c’è indignazione per queste cose, allora tutti i commenti polemici per l’aumento del biglietto a due euro rimarranno confinati nei social, alla voce leoni da tastiera. Sapevatelo.
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