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Lifestyle Food&drink
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Ma che buon appetito?! In città sono arrivati accostamenti tali da fare venire il voltastomaco! Almeno per i cultori del buon cibo gourmand, nauseati all’idea che prelibatezze come tartufo e caviale finiscano dritte dritte nella spazzatura.

O, peggio ancora, nel cibo-spazzatura!

 

Indovinate un po’ da dove arriva il trend delle deprecabili combo tra ingredienti raffinati e becerissimo junk food? Beh, non certo dall’Islanda.

Sono sempre loro, le stelle e strisce, a dettare legge in materia di tendenze di dubbio gusto.

E stavolta proprio di dubbio gusto si può parlare.

Se c’è un’appendice degli States in cui sbarca tutto ciò che sembra essere anche solo lontanamente trendy, quella indovinate dov’è? Beh, non l’Islanda.

Ovviamente è Milano.

Augurando un’appendicite in peritonite – che comunque verrà anche senza iettatura a furia di cibo spazzatura – a questa appendice americana di Milano (che non è certo la Milano Bene, semmai la Milano Male, anzi: la Milano Malissimo), ecco a voi le peggiori accoppiate prelibatezza-schifezza che stanno invadendo la città.

 

Pizza al tartufo: dai, è uno scherzo!

A Napoli rischiate una pallottola se chiedete una roba del genere.
Da noi purtroppo no, ma almeno una scudisciata metaforica da parte di chi siede al tavolo accanto è assicurata.
Non meravigliatevi se attorno a voi i commensali scuoteranno il capo in segno di imbarazzato diniego: i vicini di tavolo preferirebbero il puzzo di una bella gorgonzola & cipolle anziché vedere assassinate le scaglie di tartufo in quella maniera crudele.
Ma una crudo di Parma con mozzarella di bufala non è già abbastanza ricca di ingredienti squisiti? Perché andare a inquinare il tutto con un’ibridazione da brividi lungo la schiena, e non in senso elogiativo?
Qui non si tratta soltanto di rovinare irreparabilmente un superfood di qualità ma anche di snaturare totalmente un junk food al quale si finisce per togliere quella genuinità di cibo-spazzatura-qual-è.
Se è vero che siamo quello che mangiamo, c’è da schierarsi da una parte o dall’altra e scegliere se essere tartufo o pizza al trancio.
Finiscono poi tutti allo stesso modo ma qualcosina nell’anima pare ci vada.

 

Hamburger con caviale: macheddavvero???

No, non è uno scherzo di cattivo gusto. È solo cattivo gusto.

La mania degli hamburger gourmet è arrivata al punto da imbottire i panini con il caviale al posto del ketchup.

E senza essere parsimoniosi: avete presente la rosetta ripiena di mortadella che la nonna vi preparava per merenda, quella con cui rischiavate di farvi venire la gotta per via dell’impennata proteica? Ecco: le quantità sono più o meno quelle.

Questa moda del Kaviarburger però non è targata States, nemmeno Russia, anche se nel secondo caso la geolocalizzazione sarebbe stata più giustificata e per lo meno in rispetto della filosofia a chilometro zero.

La pazzia del burger a base di uova di pesce arriva da Londra, più precisamente dal ristorante Honky Tonk che ha brevettato e così battezzato il cosiddetto The Glamburger.

Si tratta di un panino con il classico medaglione di carne macinata insaporita dal caviale, appunto.

Ciliegina sull’hamburger, una foglia d’oro alimentare. Al posto dell’insalata del Big Mac in pratica.

Grazie a Dio, anzi alla Madonnina, a Milano la foglia d’oro non è mai (o ancora) arrivata.

Il giorno che incominceranno a servire Gold Burger in stile rococò, così pacchiani da fare impallidire perfino un Pimp (il tipico “pappone” vestito con outfit sgargianti, catene e anellazzi d’oro, con un vestiario che mashuppa quello dei reali d’Inghilterra e quello di Tata Francesca, nda), prepariamoci a traslocare il quadrilatero della moda.

Ci accontentiamo pure di un trapezio isoscele a Sesto, basta andarsene da qui.

 

Patatine con bottarga: non ci credo neanche se le vedo!

La ciliegina sulla patatina fritta non è più una stilla di ketchup né un brufolo di maionese.

No, a qualche genio è venuto in mente di unire le french fries (che di sciccheria à la française hanno soltanto il nome) alla bottarga.

Quest’ultima avrà anche un nome che sembra più sgrezzo delle french fries ma in realtà è uno dei nostri orgogli nazionali.

La bottarga di muggine, tipica della Costa Smeralda e della Maremma Grossetana, e quella di tonno rosso, prodotta principalmente a Favignana, Trapani e San Vito Lo Capo, è il non plus ultra per i palati amanti del gusto di mare.

Risparmiategli la triste fine, quella di finire sopra un cartoccio di patatine fritte, sciogliendosi ed evaporando tra i miasmi dell’unto e bisunto.

 

Nuggets e zafferano: cazzo siamo, all’Oktoberfest?

L’ultima stazione di questa Via Crucis che fa tappa in ogni orrore targato Fast Junk Food Gourmet ha come protagonista una parabola assolutamente non edificante.

Si tratta dell’accoppiamento contro-natura di chicken nuggets e zafferano, un peccato mortale che non va annoverato tra quelli di gola, bensì tra quelli di abominio.

Eppure per qualche milanese sembra essere diventato una delizia. Ebbene, sarebbe da mettere in croce chiunque professi questo verbo. Che poi è sempre gente che non azzecca un congiuntivo manco a morire.

Questo è uno dei tanti delitti gastronomici che lascerebbero a bocca aperta (senza acquolina dentro, sia ben chiaro) la Signora in Giallo.

La Signora in Giallo Zafferano, in questo caso.

Credit immagine di copertina

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