Diciamoci la verità: la gente non va più al cinema e tutti gli espertoni si lamentano dicendo che il problema sono i film. Ma poi, in America, è arrivato Gerry Cottle Jr, giocoliere e clown professionista, che ha detto: «Ohé, giargiana! i film sono fighi, ma non è che il problema sono le sale?»
Tutti gli hanno detto che il suo era il tipico atteggiamento da clown, che tende il dito e ti indica la luna. Ma lui, il suddetto dito, glielo ha preso, gliel’ha spezzato e – per mettere bene in chiaro chi tra loro era un pirla – si è inventato il Rooftop Cinema Club: le proiezioni dei film sui grattacieli. Figata.
Quelli delle sale cinematografiche, tutti a ridere. Ma loro chiudono al ritmo di 1000 in 6 anni, e lui invece, con il suo cinema sui tetti di Londra, New York, Brooklyn, ha fatto il pienone di incassi e presenze. Ora siamo al terzo anno di fila e non ha alcuna intenzione di smettere.
All’inizio erano lui, un proiettore, la sua collezione di DVD e un tetto. Poi si è aggiunto qualche amico, poi qualche amico degli amici e alè, in un attimo sono diventati una tribù.
Ora, per tutta l’estate, sulla cima dei grattacieli – insieme a drink, popcorn giganti e burro fuso in quantità tali da uccidere due insegnanti di yoga su tre, auricolari wireless e sedie a sdraio più vista mozzafiato – ci sarà una doppia rassegna di film: mainstream e underground (che è una parola inglese che significa Che non ha visto nessuno, ma non per questo significa che fanno cagare).
Per farla breve, in calendario c’è tutto il top del cinema: film cult tipo Cape Fear, Footlose, Ritorno al Futuro, Grease e Blade Runner; film da limone garantito come quelli con Humprey Bogart o Ingrid Bergamn; film che diventeranno grandi classici come La La Land e Call me by your name; ma anche più di 200 pellicole di autori emergenti, cortometraggi e lungometraggi, che – se non vai ai festival – non vedi mai.
In più, a tutto questo, quest’anno il Cottle Jr ha affiancato concerti e installazioni tra il Queens e il Cimitero di Greenwood.
Con un programma così, è uscito dal giro del passaparola ed è finito sulla pagine di Time Out. E visto che oltre a mettere a disposizione i megaschermi all’aperto, offre sovvenzioni, equipaggiamento e attrezzature low cost ai filmmaker emergenti per far vedere le loro opere prime, per i Newyorkesi è diventato una sorta di movimento ribelle, tanto che lo hanno chiamato Occupy Rooftop.
L’unica regola da rispettare è quella secondo cui ogni film deve cominciare all’alba.
Che forse è l’unica cosa che all’Imbruttito un po’ fa girare le balle. Bello il cinema, belli i popcorn, belli i film. Ma figa, io devo fatturare.
Mi dici tu come faccio a svegliarmi alle 3.30 del mattino, cuccarmi un filmone da 3 ore e poi essere brillante al lavoro?
Boh, sti americani saranno anche geniali, ma come qualità Imbruttita, c’hanno solo che sanno l’inglese da Dio.
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