«QT8, fermata QT8». Quante volte abbiamo sentito questa frase, scandita dallo speaker della metro rossa? Già, ma che cazzo significa QT8?
Oggi vi raccontiamo una storia che parte dal secondo Dopoguerra, da un’idea di Pietro Bottoni, commissario straordinario dell’ottava edizione della Triennale di Milano (tenete a mente questo aspetto…).
In particolare, già a partire dal 1945 fu promossa la realizzazione di un «quartiere sperimentale» con all’interno un’altura artificiale, il Monte Stella, tirata su con le macerie degli edifici bombardati durante il secondo conflitto mondiale. L’origine del nome della montagnola non deriva dal firmamento, ma dalla moglie di Bottoni (che si chiamava appunto Stella).
Prima dell’effettiva costruzione del quartiere là non c’era l’erba, ma una zona di baracche regno degli homeless (forse ai tempi li chiamavano barboni senza utilizzare inglesismi). L’area era soggetta alle piene dell’Olona. Il Comune non ci ricavava una lira. Lo stesso Bottoni ha lasciato scritto che «pareva naturale profetare che non sarebbe mai divenuto un quartiere residenziale […]».
Eppure la sua perseveranza, unita a quella di tanti altri, ha portato, dopo anni di lavori, alla realizzazione di un quartiere ricco di spazi verdi e di campi da gioco per ragazzi. Con esempi di architettura sperimentale. Come la chiesa a pianta circolare di Santa Maria Nascente, vincitrice del concorso dell’ottava triennale del 1947. Tela chi…
Quel quartiere è ancora oggi considerato esempio di vivibilità urbana. Nel 2003 sul Monte Stella è stato inaugurato il Giardino dei giusti di tutto il mondo, dove ogni anno vengono intitolati ciliegi da fiore a personalità che hanno messo a repentaglio la propria vita per salvare vite umane da persecuzioni razziali.
Ecco quindi svelato il misterioso significato dell’acronimo QT8: Q sta per quartiere T8 per Triennale Otto, là dove è partito tutto. Ovviamente il quartiere è situato nel Municipio 8. Per quelli che tra voi ancora non lo sapevano, sapevatelo!
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