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Immersi nella natura, condividendo tutto: con la pandemia è boom di richieste per vivere in comunità

Te vist le conseguenze della pandemia? Prima eravamo tutti casa-ufficio-aperitivo e adesso sogniamo di coltivare pomodori insieme, in allegria. Sarà la clausura, sarà la voglia di quella libertà che da mesi ci è stata sottratta, sarà la mancanza del verde e della vicinanza agli altri, sarà l’abuso di tecnologia. Sarà quel che sarà, fatto sta […]

Te vist le conseguenze della pandemia? Prima eravamo tutti casa-ufficio-aperitivo e adesso sogniamo di coltivare pomodori insieme, in allegria. Sarà la clausura, sarà la voglia di quella libertà che da mesi ci è stata sottratta, sarà la mancanza del verde e della vicinanza agli altri, sarà l’abuso di tecnologia. Sarà quel che sarà, fatto sta che in questi mesi le richieste per vivere nelle comunità utopiche sono triplicate.

Sapete no, quelle comunità in cui si vive immersi nella natura, condividendo tutto (cibo, casa, lavoro) senza troppi fronzoli ma all’insegna della semplicità. Pare proprio che, causa virus, adesso siano in tanti a sognare di mollare tutto per vivere in questo modo. Alla faccia del fatturato, della tangenziale, dell’ufficio. A dipingere questo scenario è stata la Rive (la Rete Italiana Villaggi Ecologici), come ha spiegato il presidente dell’associazione, Francesca Guidotti, ad HuffPost.

”È un fenomeno significativo”, ha raccontato la Guidotti. “Il momento storico che stiamo vivendo ha messo in crisi il sistema di riferimento di tantissime persone. Molti hanno iniziato a chiedersi: ‘È davvero questo quello che voglio fare o essere nella mia vita?‘. Un pensiero ci ha fatto fare click ed è stato il seguente: se tanto si deve navigare nell’incertezza tanto vale scegliere qualcosa che ci faccia sentire bene con noi stessi e con gli altri. Qualcosa che ci faccia sentire a casa”.

Di queste comunità, definiti anche ecovillaggi, in Italia ce ne sono circa una ventina. Avete presente i mormoni? Ecco, senza voler generalizzare e al netto di credenze religiose, una roba del genere. Giusto per capirsi, dai. Anche perché queste comunità sono tutte diverse, adatte ai gusti più originali. Tipo, lo sapevate che esiste il Popolo degli Elfi? Dagli anni ’80 vivono nell’Appennino pistoiese, sono circa 150 persone sparse in quindici diversi nuclei abitativi, alcuni anche parecchio distanti tra loro. Si vive così, puntando all’autosufficienza e praticando il baratto. Alcuni se la cavano alla grande pure senza elettricità. Pensa te. E non sentono il bisogno di farsi i selfie, incredibile.

Alcune di queste comunità sono dedite all’agricoltura, altre più spirituali puntano alla crescita interiore, altri a vivere senza agi. Esagerati. “Chi si avvicina a questo mondo è attratto inizialmente dalla possibilità di vivere in campagna – ha spiegato all’HuffPost Guidotti – ma poi si appassiona al modo di vivere della comunità. In questi villaggi non si è mai soli, si lavora per il bene collettivo, e questo dà un grande sollievo all’anima, soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo”.

Oh, del resto gli abitanti di queste comunità sono forse tra quelli che meno stanno subendo il peso della pandemia. Vivono nel verde, tutti contenti, pochi ma buoni e si abbracciano pure. Alla faccia nostra che ci ammazziamo di smart working sul divano, sognando la libertà fuori dalla finestra. Te capì?

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