Alura, cum te stet? Eh, tiremm innanz...
Un modo di dire milanese che ormai tanti Giargiana conoscono e scimmiottano in modo tragicomico: tiremm innanz non sono solo due parole, ma anche una storia di patriottismo meneghino che è bene e bello sapere.
Era il 2 agosto 1851, nessuno si lamentava perché era estate, e un certo Amatore Sciesa, che di mestiere faceva il tappezziere, si stava dirigendo verso il patibolo. Sciesa era entrato in contatto nel 1850 con i gruppi rivoluzionari milanesi, per combattere la politica repressiva messa in atto in città da Radetzky. Ah, raga: Radetzky era un maresciallo austriaco, a lungo governatore del Lombardo-Veneto; non il gestore di un locale per vip e falsi tali in Moscova, giusto fyi che non si sa mai. Beh, Sciesa venne arrestato la sera del 30 luglio 1851 in Corso di Porta Ticinese perché gli avevano sgamato dei manifesti rivoluzionari, e la conseguenza, all’epoca, era tanto semplice quanto crudele: condanna a morte.
Allora quel 2 agosto, mentre si stava appunto avvicinando al patibolo, il gendarme che lo accompagnava lo condusse davanti a casa sua e lo incalzò a fare l’infame, esortandolo a dargli i nomi degli altri rivoluzionari in cambio della libertà.
E Sciesa gli rispose, appunto, semplicemente: «Tiremm Innanz».
E da li, anche se oggi lo diciamo sbuffando, ricordiamoci che stiamo comunque citando un po’ di patriottismo made in Milano.
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