Finalmente, dopo grande attesa, possiamo dirlo: Palazzo Citterio è stato restaurato.
Quelli del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) che avevano stanziato i fondi per il nuovo restauro esultano, tutti gli altri tirano un respiro di sollievo: «Figa, era l’ora!»
La storia è questa: Palazzo Citterio è stato costruito nella prima metà del ‘700 come residenza nobiliare. Negli anni ’70, lo Stato riesce ad acquistarlo dal proprietario, il Conte Giannino Citterio, per la modica cifra di 1 miliardo e 104 milioni di lire (Ma non potevano scontarglieli quei 4 milioni? Conti sì, ma barboni, viene da dire).
L’idea era di farne un nuovo museo per metterci le opere che, nella Pinacoteca di Brera, non sapevano più dove mettere. Insomma, il progetto di una combo dal nome La Grande Brera.
Solo che poi, sembrava che chiunque si impegnasse nel restauro, venisse abbracciato dalla sfiga. In quasi 40 anni, dei progetti, non ce n’è stato uno andato a buon fine.
Nel 2010, Palazzo Citterio sembrava avercela fatta. Era pronto per essere aperto per una mostra organizzata dalla Fondazione Trussardi. Tutti felici, entriamo e… «pavimenti senza pavimentazione e tubi a vista che si intrecciano: un grande cantiere interrotto», come diceva Repubblica.
Praticamente, La Casa di Sergio Endrigo («C’era una casa molto carina, senza soffitto e senza cucina»)
Due anni dopo, 2012, arriva Macao che, come hooligans nel salotto di mia nonna, non chiedono niente a nessuno e lo occupano. Tanto non interessa a nessuno, no?
A quanto pare no: sgombero immediato e adesso facciamo sul serio. Viene coinvolto il CIPE, si stanziano i fondi e la ristrutturazione avviene come per magia.
Non ci credete? (Eh, lo so: è dura)
Andatelo a vedere. L’indirizzo è via Brera 12/14, vicino all’Orto Botanico. È aperto dal 18 al 20 aprile, dalle 17.30 alle 20. Ingresso gratuito. Nel frattempo, date un’occhiata alle foto qui in coda prese da IlPost.
Insomma, tutto è bene quel che finisce prima o poi.
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