Quando lo sclero post mortem – aka esame – attorciglia palle e stomaco e sale la fase piantini, bisogna correre ai ripari. O correre in bagno con un fazzollo a portata di mano. Se siete alla ricerca di un po’ di privacy, è il posto perfetto perché si sa, ne ha viste di ogni.
Le contrazioni facciali da peperonata notturna non digerita e il passo da maratoneta non ingannano nessuno: è l’università che vi sta facendo piangere come una mammoletta.
Se però desiderate ancora più privacy, sappiate che Nemo Miller – una studentessa d’arte americana – ha inventato il posto perfetto per sfogarsi: il Cry Closet.
so my school installed a cry closet in the library LMFAOOOOOOOOO what is higher education pic.twitter.com/6rGcJv9qjr
— jacks (@aJackieLarsen) April 24, 2018
Altro che Valle di lacrime. Qui parliamo di un vero e proprio armadietto delle lacrime in cui chiudersi dentro e piangere, insultare e scrivere sul Death Note i nomi dei professori stronzi. Per 10 minuti buoni hai diritto a spernacchiare con il naso lontano da tutto e tutti. Per il resto, c’è casa tua. Mica ci puoi mettere le tende!
Situato all’interno dell’University of Utah, questo armadietto da 180kg è una stanza morbidosa piena di peluche con regole ben precise: bussare prima di entrare; tempo massimo di permanenza e pure un hashtag da utilizzare per taggarcisi dentro.
Tra chi ne è entusiasta e chi pensa alle sveltine con la compagna prosperosa, c’è di mezzo il mare… di lacrime!
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