Dimenticatevi quel condiriso di strutture classiche adibite alle ferie. Dopo mesi di lavoro e fatturato che neanche il cammino di Santiago de Compostela in infradito può eguagliare, 37mila italiani hanno deciso di ritirarsi in stile nonno di Heidi.
Dove? in un eremo, in convento o in una struttura religiosa.
Staccare la spina – non solo quella fisica di smartphone e tablet – ritrovare se stessi e il contatto con la natura, quella vera, sono le motivazioni principali. Si scappa dagli sputi di verde delle nostre città. Si abbandonano le stringate, scaraventano i pc, sabotano i calendars e ci si affida… ai frati.
Zero mail, telefonate, piccioni viaggiatori e aperitivi. Se per molti la situazione è da cardiopalma, sappiate che in Italia i luoghi religiosi che offrono questo tipo di vacanze detox sono ben 1600 (123mila posti letto) spalmati tra certose, conventi, abbazie che… Vanno via subito come il pane!
Dalle mappe per muoversi nel traffico cittadino, si passa a quelle per affrontare cammini di fede e sentieri nel bel mezzo di boschi e montagne. Ok Google, chiama il soccorso alpino.
I dati dell’ Aori – l’associazione dell’ospitalità religiosa – evidenziano che il fenomeno, per ovvietà di cose, interessa principalmente l’area di Roma e provincia. Pensate che, nonostante a livello nazionale si hanno a disposizione 30 mila chiese, 700 musei diocesani, migliaia di monasteri e conventi, la richiesta è così alta da coinvolgere anche gli hotel delle località più calde. Un esempio? San Giovanni Rotondo.
Deo gratias.
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