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Ok, lo ammetto: ho una serissima dipendenza da Instagram stories di Chiara Ferragni. Il momento migliore in cui me le gusto? La sera, appena prima di dormire, passando in rassegna le sue giornate tra fitting, shooting, selfie, #LeoncinoMio, lunch with the guys, dinner with the babies, pisolini di Fedez, aerei, capatine in office e primi piani di Matilda. La mia quotidianità, al contrario della sua, sembra una versione 2.0 de Les Misérables.

Che venga messo agli atti: da che la Chiarona nazionale mi stava simpatica come la sabbia nelle mutande, ora non mi dispiace affatto. Non so se il nuovo posizionamento del brand Ferragni sia tutto farina del suo sacco o frutto della mente geniale di un publicist, ma tant’è: anche circondarsi delle persone giuste è sintomo di intelligenza, e la nostra Blonde Salad ha elegantemente assestato svariati colpi a chi l’accusava di essere soltanto una stupidina senza cervello – Chiara, da bionda a bionda, I feel you.

Ma veniamo a noi. #ChiaraTakesIbiza, l’addio al nubilato più atteso dell’anno, arriva in un weekend di metà luglio in cui io – coerentemente col dramma di Victor Hugo che mi rappresenta – devo lavorare. Gli unici benefit a mia disposizione sono l’aria condizionata; il pilot di Sharp Objects in streaming (dai, la nuova serie con Amy Adams che dev’essere una bomba) e le Stories della Ferragni, che in 3, 2, 1 diventano l’attività prefe del fine settimana.

Se un tempo noi persone normali avremmo chiosato un «What happens in Ibiza stays in Ibiza», lo stesso assunto sembra non valere per Chiara e i suoi amici: le loro gesta vengono documentate manco stessimo assistendo a un summit internazionale, iniziando con la partenza per la isla lo scorso venerdì mattina.

Un post condiviso da Chiara Ferragni (@chiaraferragni) in data:

Uuuuuuuuuuh!

La nostra favorita sfoggia la chioma rosa fresca di parrucchiere (per i profani, c’era stato uno spoiler sempre via Instagram Stories) e un bomberino paillettoso in tinta, courtesy of Alberta Ferretti. La pletora di amici che l’accompagna ha ricevuto lo stesso omaggio in azzurro, corredato sempre da stampa #ChiaraTakesIbiza sulla schiena. Ci sono proprio tutti: Angie, Franci, Michi, Marti, Vali, Babi, Cicci e Pucci. No ok, questi ultimi li ho inventati, ma tanto non ve ne sareste accorti. A Milano il termometro segna +30 gradi con un’umidità che par di stare a Bangkok, ma la sopracitata Compagnia delle Indie non toglie la giacchetta manco a morire, dando prova di stoicismo e di poter contare su un efficacissimo deodorante che desidereremmo tanto avere anche noi.

Un post condiviso da Chiara Ferragni (@chiaraferragni) in data:

La gioia è incontenibile (beh, dategli torto!): contentezza ed entusiasmo vengono comunicate sulla terraferma tramite una lunga serie di urletti, elevando quindi lo stesso urletto un po’ alla Damon Albarn di Song 2 a principale trend dell’estate 2018.

«Siamo sul taxi in direzione Malpensa!»
Uuuuuuuuuuh!

«Siamo al check in!»
Uuuuuuuuuuh!

«Guardateci, siamo sul tapis roulant che ci sta portando al gate!»
Uuuuuuuuuuh!

«Ci stiamo imbarcando!»
Uuuuuuuuuuh!

«Chiara perdonami, ho preso un colpo d’aria e devo cag…»
Uuuuuuuuuuh!

Cazzo, io per quest’addio al nubilato avrei chiesto una sponsorizzazione pure alla Benagol già che c’ero. Non si capisce come i baldi giovani riescano a conservare le corde vocali fino all’arrivo in hotel – ups, volevo dire nel resort ventordici stelle lusso – nonché all’aperitivo in spiaggia, in occasione del quale Chiarona nostra conferma che le paillettes giga son tornate. Intanto, da Zara va sold out il vestitozzo simile al suo che giaceva invenduto da almeno due mesi, mandato in saldo a 20 euro e 90.

Un post condiviso da Chiara Ferragni (@chiaraferragni) in data:

Il tempo passa veloce quando ci si diverte, così come i vari cambi di outfit: trionfa l’abito in latex color carne – che se l’avessi messo io sarei potuta passare per un insaccato in fuga dal banco salumeria – e il look da mistress anni ’90 esibito la prima sera a cena.

Un post condiviso da Chiara Ferragni (@chiaraferragni) in data:

Che i Nineties siano tornati di moda, la ciurma ce lo conferma il giorno successivo, sfilando con costumi interi rossi sgambatissimi (powerd by Calzedonia): Pamela Anderson scansate, te prego. Sabato il posting diventa frenetico, e mentre son presa a sbobinare una lunghissima intervista, fatico a star dietro alle stories di Chiara, che deve aver adeguatamente brieffato i suoi prodi in merito a tag e hashtag da utilizzare. Le stories che ognuno fa vengono puntualmente ripostate e condivise da Miss Ferragni, col risultato che io a un certo punto non ci ho più capito un tubo. Le cose di cui sono sicura: stanno trascorrendo il pomeriggio al largo di Formentera divisi su due barche; mangiano spaghetti al pomodoro; si tuffano a candela; Uuuuuuuuuuh!; cantano Paola & Chiara; sbocciano champagne; usano i loro smartphone come se non ci fosse un domani.

Un post condiviso da Chiara Ferragni (@chiaraferragni) in data:

E qui arriva il mio grande dilemma personale, la domanda che più di ogni altra vorrei rivolgere a Chiara: qual è la tua compagnia telefonica? No perché io ogni tanto ho problemi di ricezione pure in Porta Venezia, mentre scommetto che il tuo iPhone prende in posti tipo il deserto del Gobi o la fossa delle Marianne e io non me ne capacito, davvero. Fossi in te stringerei una partnership col miglior offerente per una Tariffa Ferragni: la garanzia che – se anche sei nel più grosso buco di culo del globo – il tuo cellulare avrà sempre almeno tre tacche e il 4G per pubblicare su Instagram. Pensaci per favore, io di mio la sottoscriverei immediatamente.

Un post condiviso da Carlo Mengucci (@carlomengucci) in data:

Chiusa la breve parentesi commerciale e conclusa l’estenuante gita in barca, il gruppo si concede una serata danzereccia al Pacha. Ci arrivano dopo una cena a mezzanotte inoltrata, su un pulmino noleggiato appositamente che si trasforma in una specie di privé del locale, tanto che sembrano divertirsi più sul pulmino, che in discoteca. Ma magari è solo una mia impressione.

Il relax del day after viene interrotto dalla polemica iniziata da un articolo idiota del Corriere della Sera, e la nostra eroina manco ha il tempo di riprendersi dall’hangover, che deve rispondere agli attacchi di presunta rotondità del suo fisico e di quello delle sue amiche. Non è questa la sede per addentrarci in un dibattito sul body shaming, ma da spettatrice che ha seguito con passione le vicende ibizenche, mi sento di dire, primo, che se loro son grasse, allora tre quarti della popolazione mondiale è da considerarsi obesa. Secondo: con il popò di roba – gli urletti! – di cui si poteva scrivere, possibile che si debba finire sempre per criticare nemmeno troppo sottilmente il corpo delle donne?

Un post condiviso da Chiara Ferragni (@chiaraferragni) in data:

Chiara, non ti curar di loro, ma guarda e passa: hai insegnato agli ange… ehm, al mondo come dev’essere un addio al nubilato con i sacri crismi e hai combattuto un’onesta e accorata battaglia contro le poverate. Non puoi vincere a mani basse anche contro i rosiconi.

Io, se vuoi saperlo, sono stremata: starti dietro è maledettamente impegnativo e più volte ho rischiato di prendere il Mac a testate. Ora però so che c’è speranza, so che c’è vita oltre alle coroncine con cazzetti e ai cerchietti con le corna.

Uuuuuuuuuuh!

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