Se Cristiano Ronaldo alla Juve è il colpo del secolo, tenetevi forte e abbandonatevi allo stupore e alla meraviglia per lo scoop del secolo: da Carlo Cracco la spremuta costa più che al bar in piazzetta a Vimercate.
Carlo Cracco nasce a Creazzo in provincia di Vicenza l’8 ottobre 1965 e, stando alla leggenda, si narra che sia stato sulle balle fin da subito anche alla sua ostetrica. Scherzi a parte, non si fa molta fatica a capire come mai lo chef stellato attiri su di sé un numero di critiche probabilmente sproporzionato ed ingiusto: uomo di successo, sex symbol, copertine di riviste, ristoranti stellati e quella spiccata simpatia tipica degli esattori fiscali o dei boia medioevali.
Nonostante tutto, però, essendo io uno strenuo sostenitore di tutto ciò che è impopolare, trovo che le critiche rivolte al buon Carlo siano di una noia e un’ipocrisia senza fine.
Ve lo ricordate tutto il tormentone targato uno chef stellato potrebbe anche fare a meno di fare la pubblicità per le patatine? Seriamente? La stessa gente che su Instagram non vede l’ora di raggiungere 10k follower (veri o presunti) per sponsorizzare le peggio stronzate, si permette di dire a uno degli Chef migliori d’Italia cosa può o non può pubblicizzare? Ehi, dico a te che stai condividendo 10 post a settimana sul tuo bibitone al fiore di rutti di soia!
E la pizza? Una fiumana di presunti pizzaioli integralisti che su internet ha riversato tutto il proprio odio al grido di non si deve permettere di reinterpretare la pizza. È sacra. Quindi, per capirci, la stessa gente che molto probabilmente fatica a ricordarsi che i bastoncini Findus vanno girati nel forno dopo 10 minuti, si permette di disquisire dall’alto di ‘sto gran ciuffolo su cosa Carlo Cracco possa o non possa reinterpretare? Magia Pura.
Infine, eccoci a cospetto di questo arancia-gate che ha fatto discutere negli ultimi giorni. Un utente Facebook, qualche giorno fa, sperando presumibilmente di attirare una rivolta popolare in stile cinque giornate di Milano, ha postato uno scontrino del ristorante di Cracco: 3 aranciate (9 euro l’una) e due bottiglie d’acqua per un totale di 41 euro. Per sua sfortuna, il post, più che indignazione, ha raccolto un fragoroso numero di pernacchie.
Mi rivolgo a te, caro sollevatore mancato di folle. Andare a fare colazione da Carlo Cracco non è obbligatorio, e sono abbastanza sicuro non te l’abbia prescritto il medico. Di indignazioni da quattro soldi ne è pieno il mondo, e sinceramente facevamo anche a meno della tua. Sarebbe curioso sapere se applichi questo criterio di valutazione in tutti gli acquisti della tua vita. Sarebbe bellissimo vederti andare a disquisire in un concessionario Ferrari sul costo delle vetture armato di «Sì, ma la panda costa di meno. Vergogna1!1!». Nel caso, ti preghiamo di raccontarci il grazie al cazzo dell’addetto vendite del cavallino.
Facci un favore, la prossima volta che ti viene la bella pensata di fare colazione con la spremuta, vai da McDonald e non romperci le palle, caro il nostro piccolo Che Guevara.
Articolo scritto da Diego Carluccio
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