Dai, diciamolo subito: la vita è una merda, soprattutto quella lavorativa. Nessuno, ma proprio nessuno, potrebbe dirsi contento pienamente del lavoro che svolge; c’è sempre qualcosa che non va, qualcosa da migliorare, o insomma: qualcuno che non rompa più – finalmente – le palle.
Quanto siete stanchi di quel collega che scalda la schiscetta del pranzo e lascia il microonde sporco di cipolla, lattuga e resti di Assurbanipal? Quanto siete esausti di entrare al lavoro sereni la mattina alle 8 e sapere che approssimativamente uscirete per le 21, ma alle 21 di quale giorno non si sa? Tanto, immaginiamo, proprio tanto.
Ma c’è chi ha dato voce finalmente ai problemi di tutti noi: il Complaints Choir, letteralmente Il Coro delle Lamentele. Nato in Finlandia nel 2005, il coro è diretto da Janifer John, e l’obiettivo è dar voce a quella rabbia repressa che molti sfogano andando in palestra o in qualche gin tonic a fine giornata lavorativa. A ogni sessione Janifer tesse le lamentele dei partecipanti in un brano da cantare assieme per purgarsi e buttar fuori tutte le emozioni negative: «Il mio compito è convincere i cantanti a pensare alle emozioni, cercando di creare qualcosa di nuovo e di analizzare la propria situazione», spiega John, «Così abbiamo esplorato la rabbia, abbiamo esplorato il suono dell’isolamento, della tristezza e della frustrazione».
L’origine del coro parte proprio da una parola finlandese, valituskuoro, che tradotta significa coro dei reclami, dando l’idea di un gruppo di persone che si lamentano contemporaneamente. Ed è stato proprio questa ambivalenza di significati a dar vita a uno spazio nel quale dare possibilità di sfogarsi ma allo stesso tempo stare assieme e divertirsi. Nato per dar voce ai lavoratori stressati, il coro adesso accoglie chiunque abbia la necessità di dire Ma che due palleeeee in falsetto.
Dato che i voli per la Finlandia costano come un aperitivo in Galleria Vittorio Emanuele, attendiamo che qualche Milanese Imbruttito si scolli dalla cadrega dell’ufficio e costituisca il primo Coro delle Lamentele Milano Edition. Ché piutost che nient, l’è mei cantar.
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