“C’era una volta una vigilessa che multava tutti coloro che le stavano sulle palle. Così, appena la notizia uscì sui giornali del reame, i cittadini fecero ricorso a tutte le multe emesse dai vigili di zona – a loro dire ingiustificatamente. The end“.
Sarebbe bello, vero, farvi invalidare tutte le castronerie che commettete day by day! Per vostra sfortuna – o fortuna, come preferite -, dubitiamo vi siate mai ritrovati in una situazione come questa.
Una vigilessa di Follonica è stata rinviata a giudizio per abuso d’ufficio, accesso abusivo a sistemi informatici, falso materiale e falso ideologico commesso da privato e falso materiale commesso da pubblico ufficiale.
La donna, una 42enne, è accusata di aver multato e tolto punti alle patenti di persone con cui aveva dei conti in sospeso: dalla vicina con il cane che abbaia h24 rompendole le scatole, a coloro che si sono rifiutati di testimoniare in suo favore contro l’ex. Quale modo migliore, dunque, per punire codesti terribili individui se non multandoli?
Divieto di sosta, mancato pagamento del ticket per il parcheggio? Bazzecole confronto a ciò che le è poi frullato in testa. La donna è passata direttamente a inventare di sana pianta le infrazioni, inserendo le stesse all’interno del sistema informatico dell’ufficio. Per non farsi beccare, spesso si loggava utilizzando le credenziali dei colleghi.
Peccato che, a farla cadere nella sua stessa trappola, sia stato proprio uno di questi verbali – risalente al 2017 – smentito dal sistema Gps della vettura multata. Da quel momento è subito scattata l’indagine che ha portato alla scoperta di tutti gli altarini.
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