Se sei un Imbruttito in ufficio e hai appena letto un titolo del genere ti possiamo solo immaginare: calmati, prendi del Valium e fai dei grossi respiri. Va tutto bene, stai tranquillo: la tua confessione religiosa per il dio del F-A-T-T-U-R-A-R-E continuerà a essere il tuo credo. Il tuo, però: assolutamente non quello di Carlo Farina.
Carlo è un trentenne napoletano che vive da una decina d’anni a Roma. Fa parte di un gruppo musicale dal nome esotico, Hawaiki, e ha cercato di lavorare nel mondo della musica fino al gioro in cui è stato travolto da un’epifania redditizia: Pagami per non fare niente. Carlo arriva ogni giorno verso le 15 in Via del Corso a Roma, apre una sdraio e ci si siede pacifico e sereno, rilassandosi bevendo un succo di frutta; poggia a terra un cartello scritto a pennarello, Pay Me To Do Nothing e aspetta che i turisti e gli autoctoni passanti romani, tra una carbonara e qualche malimortaccitua, gli lascino delle monetine. Sì, avete letto benissimo: Carlo aspetta sulla sua cadrega che qualcuno lo paghi per fare un benamato cazzo.
«Guadagno fino a 80 euro al pomeriggio», ha dichiarato il musicista a una giornalista di RomaToday. Naturalmente, per molti la sua trovata è una provocazione al reddito di cittadinanza, ma Carlo ci tiene a smentire: «Semplicemente voglio trovare il tempo per fare le mie cose, le mie passioni, e se lavorassi otto ore al giorno in un ufficio non ce la farei. Non sono qui a dare chissà quale messaggio, faccio quello che mi va e basta.»
«Gli ho dato la moneta per l’idea, è originale; alla fine, quanta gente viene pagata ma non fa niente, almeno lui lo dice», spiega un giovane papà lì di passaggio. Stessa opinione chiesta invece a un commesso, intento a raggiungere il luogo di lavoro: «Gli darei due schiaffi!»
Eh, non solo tu ciccio. Credimi: non solo tu.
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