Quando i social servono per fare del bene e non per postare le proprie vacanze con contorno di chiappe e mojito, è proprio il caso di dirlo: tanto di cappello.
Grazie alla pagina Facebook di una social street e l’aiuto di una vicina di casa – impegnata in un’associazione di volontariato – che ha fatto da magico aiutante, abbiamo appreso la dolcissima storia di Pina Frattini: la signora quasi 90enne che per tutta estate ha sferruzzato lana, realizzando più di 100 cuffiette per neonati bisognosi.
Dopo una vita intera da sarta, passata tra aghi, fili, tessuti e confezioni su misura, dietro i vetri della sua casetta di ringhiera in zona corso Genova, la sciura non si è mai persa neppure un briciolo dei cambiamenti in atto nella sua città e nel mondo.
«Quando hanno bombardato per la prima volta Milano in pieno giorno ero su un tram diretto in Duomo con una scatola di cappelli da consegnare a un negozio. E dopo tutto questo tempo sono tornati nella mia vita con un significato che mi porto dietro fin dalla guerra, quello della solidarietà verso il prossimo».
E così ha iniziato a comprare i gomitoli in Viale Papiniano. Le cuffiette, realizzate durante l’estate, sono state infatti inviate – con l’aiuto della vicina – a bambini bisognosi italiani e stranieri senza distinzione.
In Africa ai piccoli eritrei, ai figli dei profughi di passaggio da Milano, ai bimbi malati del Gaslini di Genova: per Pina, di colore, esiste solo quello dei suoi morbidi gomitoli.
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