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L’Orrido di Nesso: il canyon d’acqua – che sembra dipinto – a un’ora da Milano

A volte adoriamo improvvisarci guide turistiche, perché nulla è più stressante per l’Imbruttito del non saper dove andare. Sebbene possa sembrare impossibile, per persone super organizzate come noi, possono entrare in gioco diversi fattori che rendono davvero complicato trovare l’idea giusta. Occupare i pochi momenti liberi tra una fattura e l’altra con gite carine è […]

A volte adoriamo improvvisarci guide turistiche, perché nulla è più stressante per l’Imbruttito del non saper dove andare. Sebbene possa sembrare impossibile, per persone super organizzate come noi, possono entrare in gioco diversi fattori che rendono davvero complicato trovare l’idea giusta. Occupare i pochi momenti liberi tra una fattura e l’altra con gite carine è un lavoro a tempo pieno. Punto!

Ed è in questo momento che, noi angioletti custodi delle gite fuoriporta, arriviamo in vostro soccorso. Avete mai sentito parlare dell’Orrido di Nesso? Un po’ come i false friends inglesi, non è affatto orrido, state tranquilli.

A un’ora di macchina da Milano – costeggiando il Lago di Como in direzione Bellagio – ecco apparire Nesso, un piccolo borgo di 1200 anime circa, pronto a schiuderci il suo tesoro più grande: l’Orrido che, con le sue acque, contribuisce da secoli allo sviluppo del paese e alla produzione di energia elettrica da impiegare all’interno delle industrie (manifatturiera, mulini, cartiere, filatoi, oleifici).

Credit immagine 1, 2

L’Orrido di Nesso non è altro che un canyon roccioso, formatosi dalla confluenza delle acque dei torrenti Tuf e Nosee che si riversano nel lago di Como sotto forma di cascata. Situato nella frazione di Nesso – Coatesa – sulla sponda orientale del ramo comasco del Lario, presenta un dislivello di circa 200 metri in quelle che sono le gole che lo compongono.

Oltre a essere qualcosa di assolutamente pittoresco, l’Orrido è una vera star: è stato citato in diversi libri storici come il Codice Atlantico (Leonardo da Vinci), il romanzi Falco della Rupe (Gianbattista Bazzoni). Non solo, com’era plausibile, è stato anche dipinto dai lariani Federico e Carolina Lose, nel XVIII e XIX secolo.

Per chi volesse avventurarcisi, senza ruzzolare in una delle gole, sappiate che l’Orrido è visibile da: Piazza CastelloCiverariva del lago dopo aver disceso oltre 270 scalini; in cartolina, per i più pigri e/o fifoni.

Credit immagine copertina

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