Le due torri da 110 e 76 metri che ospitano sulle loro facciate la bellezza di 711 alberi, 5mila arbusti di grandi dimensioni e 15mila piante perenni e ricadenti – per un totale di 2 ettari – non sono iconiche solo per milanesi e turisti che le osservano incantati con il naso all’insù. Il Bosco Verticale, progettato dallo Studio Boeri, è stato ufficialmente inserito nella lista dei 50 grattacieli più iconici del mondo degli ultimi 50 anni. A premiare l’edifico, situato a Porta Nuova, è nientemeno che il Council on Tall Buildings and Urban Habitat, organo che già in passato ne aveva decantata la bellezza.
«Questo riconoscimento è prima di tutto un premio alla sperimentazione in architettura, in secondo luogo è un premio all’idea che la natura vivente possa diventare in futuro una componente essenziale dell’architettura e le foreste una componente essenziale delle nostre città», ha commentato Stefano Boeri, che in un’intervista per Corriere.it ha raccontato di aver realizzato la prima bozza di questo premiatissimo gioiellino sotto il sole di Dubai.
«Questo ulteriore riconoscimento a Porta Nuova e al Bosco Verticale riafferma la reputazione dell’architettura italiana nel mondo attraverso progetti innovativi che comprendono nuove sfide del costruire in tema di sostenibilità», conclude tutto fiero Manfredi Catella, fondatore e Amministratore Delegato di Coima.
Come vi abbiamo anticipato, si tratta di un amore duraturo quello tra il Bosco Verticale e la giuria internazionale del premio International Highrise Award – promosso dal Museo di Architettura di Francoforte e DekaBank – che già nel 2014 lo aveva premiato come edificio alto più bello e innovativo del mondo.
Il premio, nato nel lontano 2003, non si conferisce certo a cuor leggero: è strettamente riservato a architetti e developer le cui opere sfiorino almeno i 100 metri di altezza e siano state realizzate nel giro degli ultimi due anni.
Insomma, due parametri da niente.
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