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Secondo quanto emerge dall’ultimo Expat City Ranking 2019 – ossia il risultato del sondaggio annuale Expat Insider realizzato da InterNations, la più grande comunità globale e sito d’informazione per le persone che vivono e lavorano all’estero -, Milano è la terz’ultima città nel mondo, su 82 considerate, per gradimento.

I 20K expat intervistati hanno dovuto rispondere a domande su diversi aspetti della loro quotidianità nella città straniera in cui lavorano, ossia: la qualità della vita urbana, la facilità di ambientamento, la vita lavorativa, situazione finanziaria e abitativa, costo della vita locale. 

Ebbene, quali sarebbero quindi le migliori città per trasferirsi nel 2020? Taipei, Kuala Lumpur, Ho Chi Minh City, Singapore, Montréal, Lisbona, Barcellona, L’Aia e Basilea.

Le peggiori? Parigi, New York, San Francisco, Lagos, Los Angeles, Lima, Yangon, Milano, Kuwait City e Roma.

Come mai siamo finiti così in basso? Innanzitutto perché Milano è la città con il peggior punteggio in termini di soddisfazione sul lavoro, con solo il 47% degli expat soddisfatti del proprio impiego (a differenza del 64% su scala globale); inoltre il 29% dei lavoratori stranieri a Milano è scontento della sicurezza del proprio lavoro (la media globale è 21%), il 30% delle proprie ore di lavoro (la media è 19%) e anche del proprio equilibrio fra vita lavorativa e vita privata (anche qui 29% contro 21%).

Quindi si lavora troppo e ci si lamenta anche del poco cash, dato che quasi quattro expat su dieci (39%) sono anche insoddisfatti della propria situazione finanziaria (a differenza del 26% nel resto del mondo).

Almeno pare che di Milano piacciano le reti di trasporto locale, visto che il 74% degli stranieri che lavorano nella città imbruttita hanno detto di apprezzarli. Se però poi parliamo del costo della vita, ecco che la situazione riprecipita: meno di un quarto (23%) è soddisfatto, contro il 43% su scala globale.

Dietro Milano solo Roma, peggiore città europea in classifica e ultima per il secondo anno di fila nel Urban Work Life Index (un expat su tre a Roma è insoddisfatto del proprio lavoro attuale) e Kuwait City.

Quindi, anche se una recente ricerca ha confermato che a Milano i nuovi residenti arrivano principalmente dall’estero, ora viene fuori che gli stranieri vengono sì nella città imbruttita, ma poi si accorgono che si lavora troppo e non si ha tempo per la vita privata, si guadagna poco e a parte i mezzi pubblici praticamente va tutto male.

Dati su cui riflettere…

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