Sono tempi bui per i pendolari milanesi che, tra una frenata e l’altra, finiscono spesso e volentieri a controllare lo stato di conservazione della pavimentazione dei vagoni della metro. È l’effetto birilli umani in un luogo che, con il bowling, in comune ha solo le due palle del tragitto casa-lavoro, lavoro-casa.
Il 2019 è stato l’anno nero della metropolitana meneghina. Questo perché, come vi abbiamo anticipato, le brusche frenate l’hanno fatta da padrone. Ricordiamo giusto qualche episodio, per rammentare a tutti quelli che si molleggiano a mo’ di surfisti in Australia di reggersi agli appositi sostegni.
Recentemente a San Babila 17 passeggeri – 7 dei quali finiti in pronto soccorso – sono caduti come birilli. Nei pressi di Bisceglie, invece, il 27 novembre a farne le spese sono stati 11 passeggeri tornati a casa con contusioni (e pensieri sicuramente poco carini) a causa di un errore dell’operatore centrale che ha interrotto troppo bruscamente la corsa.
Questi e altri avvenimenti più gravi, come quelli del 4, 9 e 11 marzo, hanno in comune le presunte anomalie nel sistema esterno di sicurezza che regola le frenate di emergenza. E qui entra in campo la Procura di Milano che ha aperto le indagini per rischio di disastro colposo, senza però sequestrare i convogli. Questo perché il colpevole probabilmente è il suddetto fattore esterno.
Marco Granelli, assessore alla Mobilità del Comune di Milano, è intervenuto specificando che «[le modifiche del sistema di frenata] stanno andando avanti. Si aspetta anche un ok ministeriale alla modifica del sistema che dovrebbe aiutare, quindi noi auspichiamo che questo aiuti a diminuire ulteriormente il fenomeno».
Speriamo che il 2020 inizi con la frenat… Marcia giusta.
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