Non ci troviamo in Veneto, stranamente, ma in Piemonte. Eravamo già pronti a sfoderare il meglio del meglio dei cliché sugli abitanti di quell‘ebbra regione, e invece anche per questa volta sarà per la prossima. Il Coronavirus sta davvero facendo sbocciare l’inventiva delle persone, inventiva che però, spesso e volentieri, è più da punire che lodare.
Se da una parte abbiamo chi si rifornisce dal proprio spacciatore di lievito di fiducia, dall’altra c’è chi affronta la quarantena un bicchiere alla volta.
Domenica 29 marzo, a Vigliano nel Biellese, un signore è stato multato dai Carabinieri per aver fatto una spesa a base di vino. A sua discolpa possiamo dire che nel carrello vi era anche un pacco di pasta, giusto per far fondo.
Fermato durante un controllo di routine dovuto all’emergenza sanitaria in corso, è stato accusato di aver acquistato beni che, per ovvietà di cose, non sono considerati di prima necessità. In poche parole, avere la cantinetta sprovvista della tal bottiglia, non è un valido motivo per uscire di casa. Possiamo capire che per molti sia inconcepibile, specie con tutti gli aperivideo in corso, ma la legge parla chiaro.
Nel verbale rilasciato dai militari, oltre all’ammontare di 102,50 euro da pagare, il biellese è stato accusato di non aver rispettato i punti del decreto emanato dal presidente del Consiglio dei Ministri, tutto per acquistare 3 bottiglie di vino. Ah, l’uomo era pure in bici!
Il comando dell’Arma ha spiegato alla Stampa – per chiarire la situazione in modo da evitare che altri furbetti continuino a seguire le sue orme – che: «Non conta l’importo della spesa. Si può acquistare anche solo un po’ di pane, della carne, o dell’acqua, ma tre bottiglie di vino non possono certo essere considerate una necessità».
Nemmeno i Pan di stelle o il thè alla pesca se per quello, usate la testa!
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