Ricordate le primissime giornate della Fase 1, quando tutto era ancora avvolto da un gigantesco punto interrogativo, e dunque l’unica possibilità era buttarsi a capofitto in cucina, sfornando una media di due pizze a mattinata? Se la risposta è no, il consiglio è di rinfrescarvi la memoria facendo un rapido saltello sulla bilancia. Se la risposta è sì, invece, avrete ben chiara la sequenza esatta dei tormentoni culinari delle scorse settimane, che partendo appunto dalla Margherita in teglia sono poi passati per il pane, la crostata, il tiramisù, i Dalgona Coffee e via dicendo. Fino ad approdare al Banana Bread, alias il pane di banana, ultima sfida gastronomica che ha visto protagonisti un po’ tutti, dai top influencer come Camihawke alle più accanite mamme pancine. Insomma, una livella social.
Ottimo, ma di che cosa si tratta? No, non è un pane farcito di banane, caro amico Giargiana che hai ereditato l’umorismo dalle vignette della Settimana Enigmistica. La ricetta in questione arriva dagli Stati Uniti, e a quanto pare proprio dal periodo post-Grande Depressione del ’29: le banane troppo annerite per essere mangiate con spensieratezza, ma anche troppo costose per essere gettate nella spazzatura, venivano trasformate dalle scrupolose casalinghe a stelle e strisce in questa via di mezzo tra il pane in cassetta e il plumcake. Insomma, un dolce anti-spreco che non può che conquistare la piena approvazione degli Imbruttiti. Da provare a rifare anche a casa, perché oh, una volta tanto anche gli americani hanno partorito qualcosa di decente senza annegarlo sotto ketchup e salsa bbq.
Banana Bread, ingredienti:
3 banane (mature, eh)
250 g di zucchero di canna
3 uova
Sale qb (che vuol dire tutto e niente)
130 ml di latte
60 ml di olio d’oliva
250 g di farina 00
1 cucchiaino di bicarbonato
1 bustina di lievito per dolci (che ora si trova, tranquilli)
Sbucciamo le banane e tagliamole a fette, senza troppo sbatti, perché tanto poi con una forchetta dobbiamo schiacciare tutto. Intanto in una ciotola a parte mischiamo le uova con lo zucchero di canna, e sbattiamo il composto con la frusta elettrica. Aggiungiamo le banane e un pizzico di sale. Un pizzico, eh. Continuiamo a mescolare il tutto e versiamo a poco a poco l’olio e il latte, meglio se tiepido. Setacciamo insieme farina, lievito e bicarbonato. Vabbeh, ok, mettiamo tutto insieme e buona così. Aggiungiamo al resto del composto e – indovinate? – continuiamo a mescolare. Ora che avremo il braccio destro come un culturista di Gallarate, posiamo il mestolo e riprendiamo la frusta elettrica, continuando a lavorare il tutto per 5 o 6 minuti: il nostro impasto finale deve risultare liscio e soffice. Prendiamo lo stampo da plumcake che abbiamo ordinato su Amazon quella sera in cui ci eravamo ubriacati col Negroni fatto in casa, quello da 11 x 25 centimetri, imburriamolo bene e versiamo al suo interno tutto il composto. Scaldiamo il forno – statico – a 170° e lasciamo cuocere il nostro Banana Bread per 45-50 minuti. L’obiettivo è lasciarlo umido all’interno, ma cotto all’esterno. Possibilmente non carbonizzato, perché il trucco di ricoprire tutto con lo zucchero a velo non funziona più. Lasciamolo raffreddare e poi serviamolo con burro, miele, cioccolato, marmellate o boh, anche formaggi. Insomma, mangiamolo come vogliamo e tanti saluti.
Articolo scritto da Leonardo da Princi
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