A sorpresa Linate riaprirà prima del previsto. All’inizio si era parlato di luglio, poi addirittura ottobre, invece alla fine l’aeroporto più vicino al centro di Milano, chiuso da marzo a causa della pandemia, tornerà operativo proprio dal 13 luglio. Una decisione della ministra dei Trasporti Paola De Micheli dovuta (pare) anche alle pressioni di Alitalia, compagnia che controlla i due terzi degli slot sul secondo aeroporto meneghino.
Buone nuove, quindi, per i turisti ma soprattutto per i tanti lavoratori di Linate. Del resto il city airport era tra i pochi impianti importanti a restare clamorosamente chiuso, mentre hanno già riaperto Malpensa e Orio al Serio. Una decisione presa dopo attenta riflessione visto che Linate consente più a fatica di mantenere il distanziamento, specie con i lavori di restyling in atto.
E adesso che succederà? Questa riapertura costringerà le compagnie aeree a modificare la loro programmazione e sarà un bello sbatti perché dovranno informare migliaia di passeggeri (nel caso) che il loro volo partirà da Linate e non più da Malpensa. Inoltre la frequenza dei voli, per motivi di sicurezza, sarà probabilmente ridotta da nove a due decolli all’ora. Una situazione certo non idilliaca: la riapertura in queste condizioni causerà alla Sea, la società di gestione dello scalo, una perdita ulteriore di circa 2,5 milioni al mese oltre ai 25/30 milioni al mese bruciati a causa del crollo del traffico.
Intanto oggi Alitalia ha ripreso i voli internazionali da Milano Malpensa verso quattro destinazioni: Amsterdam, Londra, Parigi e Bruxelles. Ripristinati anche i collegamenti con altri 6 aeroporti nel Sud Italia e nelle isole: Brindisi, Lamezia Terme, Napoli e Reggio Calabria. Tutto chiaro, sì?
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