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smart-working

Indosseranno anche i calzini bianchi con i sandali, ma in quanto a lavoro i tedeschi sono decisamente avanti. Già, perché il ministro del lavoro della Germania, Hubertus Heil, ha anticipato una proposta di legge che consentirebbe ai lavoratori di richiedere 24 giorni all’anno di smart working.

Tipo: “No, oggi non ho voglia di andarmene in ufficio, me ne sto a casa al calduccio”. Oppure: “Voglio starmene in panciolle sul divano, oggi fatturo da qui”. O magari: “Vado a farmi un weekendino fuori porta, ma mi porto il pc per lavorare”. Figo, no? Ovviamente il lavoratore in questione deve avere mansioni che si possono tranquillamente svolgere da casa, per gli altri nisba. All’inizio la proposta del buon Hubertus ha incontrato qualche resistenza, ma ora pare proprio si appresti a diventare legge.

Chiaramente questa è un’idea nata dalle conseguenze della pandemia. “Il virus ci ha insegnato che è possibile molto più lavoro mobile di quanto pensassimo prima”, ha spiegato il ministro. Stando ai numeri forniti da Heil, in Germania nella fase più pesante dell’emergenza, quella tra marzo e aprile, più di un terzo dei dipendenti ha lavorato in smart working.

Visto che in molti casi ha funzionato, salvando le ciapet di molte aziende, perché non consentire ai lavoratori (che possono) di usufruire di questa possibilità anche negli anni a venire, quando ci saremo tolti il virus dalle balle?

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