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Ingombrante, pesante e poco sicuro: perché allora questo casco anti-Covid sta spopolando?

Tutti lo vogliono, ma non si capisce bene perché. Sarà la paura, sarà il pessimo gusto, sarà che siamo dei pecoroni. In ogni caso c’è questo orrendo casco, dal futuristico nome Biovyzr 1.0, che promette di proteggere dal Coronavirus. Una cagata, dite voi? Bè, in realtà ha conquistato oltre 2mila finanziatori su Indiegogo, che hanno […]

Tutti lo vogliono, ma non si capisce bene perché. Sarà la paura, sarà il pessimo gusto, sarà che siamo dei pecoroni. In ogni caso c’è questo orrendo casco, dal futuristico nome Biovyzr 1.0, che promette di proteggere dal Coronavirus. Una cagata, dite voi? Bè, in realtà ha conquistato oltre 2mila finanziatori su Indiegogo, che hanno così assegnato all’azienda canadese che lo produce oltre 600mila dollari.

Ma vediamo nel dettaglio questa imperdibile protezione. Si tratta di un enorme e ingombrante scudo facciale anticontaminazione che arriva fino all’addome. Una roba futuristica, che fa molto film catastrofista con Dwayne Johnson. È dotato di una ventola per espellere l’aria espirata in modo da averla sempre pulita all’interno. C’è poi un sistema di filtri studiato per bloccare germi e schifezze varie.

Lo scudo è dotato di plastiche trasparenti che non si appannano e di un respiratore ricaricabile via Usb con dodici ore di autonomia e tre velocità. E poi ci sono pure un paio di tasche per infilarci le mani nel caso in cui volessimo toccarci o grattarci la faccia senza però entrare in contatto con la pelle potenzialmente contaminata delle mani.

Super tecnologico eh, per carità. Ma stiamo qui a lamentarci della mascherina da 50 centesimi e poi andiamo a credere a un cosone fastidiosamente ingombrante che pesa più di 1,2 chili? Sai che belle passeggiate e che bel mal di collo, poi. Inoltre non è molto sicuro, visto che la visuale ambientale da dietro lo schermo trasparente non è certo perfetta. Ah, e poi costa 500 dollari.

Cioè, ok provare a guadagnare qualcosa in tempi di grande crisi ma… ne avevamo davvero bisogno?

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