Qui non si sa più cosa inventarsi per rendere questo secondo lockdown un po’ meno pesante. Ritrovarsi nuovamente chiusi in casa, senza più nemmeno la voglia di infornare pizze e di cantare Azzurro dal balcone. Già dato. E allora passare dallo scazzo alla tristezza è un attimo, soprattutto se ci tocca affrontare questa nuova quarantena da soli. Che fare quindi? Dal Belgio arriva un’idea che potrebbe davvero svoltare il lockdown: il compagno di coccole.
No, non pensate subito a roba sessuale. Il suo nome è knuffelcontact, che letto così sembra un dolcetto tipico del posto, ma tradotto letteralmente significa abbraccio contatto. A istituire la figura è stato, appunto, il governo belga in occasione del nuovo lockdown che, iniziato il 2 novembre, andrà avanti fino al 13 dicembre.
Ma come funziona la cosa? In pratica ogni membro di una famiglia potrà avere un compagno di coccole, mentre chi vive da solo potrà averne addirittura due. Ovvio, bisognerà comunque fare attenzione a limitare i contatti fisici, seguendo regole precise. “Le famiglie possono invitarne a casa uno alla volta. Quando il compagno di coccole è presente non si possono ricevere ulteriori visite”, si legge sul sito del governo belga. Per chi vive solo “oltre al compagno di coccole si può invitare un’altra persona, ma esse non possono essere presenti contemporaneamente”. Tutto chiaro, no?
Insomma, queste sono le regole. Per il resto non è ben specificato cosa si possa e non possa fare con il knuffelcontact e soprattutto chi possa proporsi per questo ruolo. Probabilmente si tratterà di volontari disponibili a fare compagnia a chi si sente solo. Questa pandemia ci sta stressando notevolmente anche a livello psicologico: la solitudine, il distanziamento, la precarietà, l’incertezza, la paura. Brutte bestie raga, quindi ben vengano i knuffelcontact pure in Italia. O anche no?
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