Il film Lei (Her) da tempo ci ha messo la pulce nell'orecchio su quanto l'intelligenza artificiale potrebbe ricoprire un ruolo centrale - e fondamentale - nella vita di tutti i giorni. I recenti progressi tecnologici nell'umanizzazione dei bot non fanno altro che dar addito alla cosa. In un futuro prossimo, infatti, sorpresa sorpresa, potremmo riuscire a comunicare con i defunti grazie a Microsoft. Più o meno.
Una nuova tecnologia brevettata dal colosso renderebbe infatti possibile assottigliare il velo tra i due mondi.
Ancora però non è sicuro se verrà rilasciata. Questo perché, per entrare in contatto con i nostri cari passati a miglior vita, non servirebbero strambe sedute spiritiche su Zoom, ma della pura e semplice condivisione di dati personali.
Gli algoritmi di apprendimento automatico dell'intelligenza artificiale necessiterebbero dunque di aver accesso a foto, vocali, mail, post social della persona con cui si intende comunicare, per poter ricreare e impersonare il defunto in tutto il suo splendore, comportamenti, voce e abitudini comprese. Solo così si creerebbe un chatbot realistico.
Brividi: pericoli, sanità mentale e buon senso a parte, la spigolosa questione della privacy, l'eventuale etica e legalità, sono gli unici bastoni fra le ruote di Microsoft, che, altrimenti, avrebbe già rilasciato questa tecnologia.
Citando Simba: "Io rido in faccia al pericolo". Leggendo qui, però, c'è ben poco da ridere.
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