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Lifestyle
zoom

Premessa: questo è un pezzo dedicato ai pigiatasti, ma non solo. 

C'era una volta un mondo gioioso in cui le call si facevano al telefono da una stanza all'altra dell'office, giusto per darsi un tono. Poi la chiamata si concludeva con un oh, ma ci prendiamo un coffee? Allora si riprendeva il discorso live davanti a una brodaglia al gusto di caffè sputata fuori dalla macchinetta in fondo al corridoio. Era molto semplice per noi Imbruttiti osservare e raccontare i vizi e le contraddizioni di quel piccolo mondo antico strappandovi un sorriso. Bei tempi..

Poi è arrivata la pandemia globale e tutto è cambiato, drasticamente...zoom!

Quelli bravi scrivono che il fatturato dell'azienda più nota per le videoconferenze (Zoom, per l'appunto) nell'ultimo anno si è impennato del +326% a 2,6 miliardi di dollari, e la crescita è destinata a continuare. Chi l'avrebbe mai detto?

A onor del vero dobbiamo dire che le videocall esistono da un botto di tempo e funzionavano alla perfezione, ma erano considerate una cosa un po' da nerd in mixology alla sfiga. Anzi, vi dirò di più: i volponi vintage del fatturato odiavano ogni collegamento da remoto. Fingevano prima di non sentire, poi di non capire e quindi finivano per dare la colpa, sistematicamente e senza motivo, al collegamento Skype (il sistema che andava per la maggiore in quei tempi preistorici). D'altronde mica i problemi di business si potevano smarcare con un'oretta di videocall tra persone sedute comodamente in quattro città diverse. Certe cose vanno discusse in presenza, ci vuole tatto. Tradotto: meglio prendere aerei, treni, produrre note spese belle gonfie e impegnare uno o due giorni, specialmente se si fattura a ore, no?

Ecco, la transizione tecnologica costretta dalla pandemia in un primo momento sembrava aver spazzato via i fuffologi di professione (ad esempio tutti quelli che su Linkedin sono consultant di qualcosa lungo dalle cinque alle dieci parole, ovviamente tutte buttate lì in inglese random). Sembrava quasi che nella disgrazia, grazie ai moderni mezzi di comunicazione, l'esercito dei pigiatasti potesse imparare un nuovo modo di lavorare, più a misura d'uomo (ma anche soprattutto di donna), focalizzato sull'essenziale e sull'efficienza, lontano anni luce dai modelli fantozziani di iper presenzialismo ai quali eravamo abituati pre-pandemia. Purtroppo però dura minga...

Presto gli artisti delle presentazioni in power point copia e incolla hanno scoperto il tasto condividi schermo e sono partiti meeting infiniti sul nulla cosmico. D'altronde il problem solving significa anche creare nuovi problemi per generare soluzioni, versione 2.0 dello scavare una buca per poi ricoprirla tanto per creare lavoro (e giustificare parcelle).  

L'aggravante è che la videocall non ha regole, in poche parole è DPCM free. Una zona bianca digitale. Può essere convocata a qualsiasi ora del giorno o della notte (non vige il coprifuoco), non c'è problema di assembramento o necessità di prenotare una sala riunioni capiente (basta inviare un link a decine di persone), si può stare senza mascherina e se non ti sei lavato le mani non frega niente a nessuno. Figa, troppo facile abusarne in nome della condivisione e del team building

Attraverso la webcam il vecchio sistema office entra nelle nostre case anche con gli occhi. I colleghi non si limitano a fare battutine sugli outfit più improbabili, ma come zabette di una casa di ringhiera commentano tra loro su whatsapp ogni elemento di arredo o passaggio di conviventi nel raggio della telecamera.

Suonano citofoni, passano suocere che si sono insediate in casa sin dal primo lockdown con mestoli in mano, nani in DAD che occupano banda facendo ballare il collegamento. A distanza di più di un anno dall'esplosione delle videocall qualcuno non ha ancora capito che quando parlano gli altri deve inserire il mute o causa un'eco pazzesca. Sclero...

Altri invece hanno imparato benissimo a disabilitare anche il video. Scompaiono mentre tu stai parlando e fissando il riquadro vuoto ti chiedi se per caso sono andati ad aprire al corriere Amazon, se si stanno masturbando o facendo una doccia. Qualcuno lascia addirittura in sua memoria un cartonato digitale, ossia una foto profilo che nel rettangolo nero sembra quasi una lapide. C'è di tutto e di più...

Se poi l'organizzatore ha invitato cani e porci (o ha pubblicato il link su qualche social) può partire lo zoombombing, ossia una tempesta di contenuti di dubbio gusto volti a disturbare e impedire la discussione. Ormai i veri PRO sanno evitare queste pirlate. Come dei PR al tempo del distanziamento sociale fanno entrare in videocall solo chi è in lista. La versione smart del celebre SGS, Solo Gente Selezionata. Come ci siamo ridotti.. 

Già, a proposito, ma la vita sociale? Dopo una giornata piena zeppa di videocall senza respiro siamo talmente in sbatti che solo un ape con gli amici ci potrebbe salvare. Peccato che non si possa uscire e sia tutto chiuso. Birretta su Google Meet? No grazie, bevo da solo (per dimenticare). Arresta il sistema. 

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