PizzAut nutriamo l'inclusione. Questa scritta campeggia su una struttura di recente costruzione lungo la Padana Superiore (SPexSS11), pochi km a est di Milano.
Di questi tempi commentare l'apertura di una pizzeria è già una notizia, ma in questo caso si tratta di un'inaugurazione molto molto speciale. Tanto che a tagliare il nastro lo scorso 1° maggio è arrivata da Roma a Cassina de'Pecchi addirittura la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati con altre personalità istituzionali. Roba di livello! Sì, ma perchè?
Per farla breve PizzAut è la prima pizzeria gestita da ragazzi autistici affiancati da professionisti della ristorazione e della riabilitazione.
Vale la pena spendere due parole per raccontare la storia di questo progetto che parte da lontano e che ha subito vari stop & go nell'ultimo anno a causa della pandemia.
Il gran visir di PizzAut è Nino Acampora, un educatore e papà di un bambino autistico. Lui per primo quattro anni fa ha creduto che chi soffre di autismo, con un'adeguata formazione e supporto, può inserirsi in società lavorando al pari di tutte le altre persone.
Finora PizzAut ha potuto contare sulla generosità di tanti benefattori, raccogliendo più di 115 k da oltre 1.600 donazioni. Mentre la costruzione della pizzeria procedeva i ragazzi di PizzAut hanno girato l'Italia: oltre 120 località per serate in cui cucinavano la pizza e si parlava di inclusione. Comprese una sera del luglio scorso in piazza Monte Citorio a Roma e la partecipazione al programma Tu si que vales su Canale 5.
Il Covid non ha scoraggiato il team di PizzAut che, a bordo di uno speciale food truck, negli ultimi mesi ha sfornato deliziose pizze d'asporto all'esterno del locale pronto per l'apertura. Lasciatevelo dire da chi mastica business ogni giorno, il PizzAutObus è stata un'idea imprenditoriale TOP!
Oggi lo staff di PizzAut conta 10 pizzaioli autistici, un educatore (che fa anche il cameriere), un cuoco e un aiuto cuoco. Il locale, non distante dalla ciclovia sul Naviglio Martesana, è a prova di inclusione. Il layout, infatti, è curato nei minimi dettagli: la maniglia è intuitiva per non sbagliare e creare imbarazzo, i mobili con chiusura rallentata per non fare rumore e con un taglio all'angolo che permette l'apertura facilitata ai ragazzi con ridotta manualità. In sala c'è una particolare attenzione al rumore, molto fastidioso per le persone autistiche: oltre alla mobilia silenziosa, anche il soffitto è insonorizzato. All’esterno nessuna barriera, ma solo due ulivi secolari a dare il benvenuto. Welcome to PizzAut!
Non solo Cassina de'Pecchi, però. PizzAut è un marchio registrato e punta a diventare un franchising perché il modello - rigorosamente con almeno il 70% di personale autistico - è replicabile ovunque in Italia e nel mondo.Già, perché solo nel nostro paese le persone che soffrono di disturbi autistici sono centinaia di migliaia e solo una piccola parte di loro lavora sentendosi così inserita in un contesto sociale senza rimanerne ai margini.
Cari Imbruttiti, se volete fare una donazione al progetto, il crowdfunding è ancora aperto (cliccate qui). Crediamo però che la cosa migliore sia andare tutti dai ragazzi di PizzAut a mangiare una pizza. Nutriamoci con l'inclusione!
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