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Un tram chiamato desiderio, è il caso di dirlo. Desiderio di starci dentro, visti i tempi che corrono, senza l'ansia della mascherina, delle mani da disinfettare cinquecento volte, della distanza che va tenuta ma che spesso non esiste. Ma pure desiderio, why not, di girarci un film. Del resto, quando si parla di Milano, ok il Duomo e i Navigli, ma i tram dove li mettiamo? Non è certo un caso, quindi, che nel nostro primo film, Mollo tutto e apro un chiringuito alcune scene siano state girate proprio sul celebre mezzo della City. 

Di tram, nella storia del cinema, ne sono passati parecchi. Tipo, Antonio Albanese, durante le riprese dell’Intrepido di Gianni Amelio, ha persino imparato a guidare la vettura nel deposito Atm di via Messina. "È un mezzo meraviglioso per la gente, il suono, la posizione dall’alto, gli scorci che intravedi. Quando lo guidi ti senti un gladiatore metropolitano", dichiarò Albanese nel 2017, come riportato dal Corriere.

E chi dimentica Aldo, Giovanni e Giacomo e la scena di Tre uomini e una gamba con Ajeje Brazorf, il controllore e il vecchino rompiballe e complice. I cinefili veri potrebbero snocciolare pellicole meno blockbuster ma milanesi doc come In tram di Filippo Soldi, ambientato guarda un po', nel mezzo di trasporto a rotaia. Scene contestualizzate nei tram abbondano in veri e propri capolavori del grande schermo come Miracolo a Milano di Vittorio De Sica o Napoletani a Milano di Eduardo De FIlippo.

Insomma, da sempre il tram è ispirazione per scrittori, cantanti e registi. Chi non ha imprecato almeno una volta citando Irene Grandi "Muoia sotto un tram più o meno tutto il mondo", come cantava imbruttita in Bruci la città. Per mandare a cagare chi ci sta sui maroni.

E insomma, chissà cosa combina nel nostro film il Signor Imbruttito a bordo della storica Carrelli, la vettura tramviaria del 1928 che passeggia tra piazza Castello e piazza Fontana. Mica ve lo diciamo eh. Per scoprirlo vi toccherà andare al cinema, a novembre, a vedere il film. Belli gasati, in pole position.

 

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