In occasione dell’uscita del nostro primo film Mollo tutto e apro un chiringuito (qui il trailer, nelle sale dal 7 dicembre, Sant’Ambroeus!) abbiamo fatto due chiacchiere con il Signor Imbruttito ovvero Germano Lanzoni. Dai primo video virale alla fuga da una cinghiala sul set del film; dalla passione per la doppia F, alla comicità su TikTok: mollate tutto e beccatevi questa intervista esclusiva!
Dal primo video su YouTube al film nelle sale: com’è cambiata la tua vita da quando collabori con il progetto de Il Milanese Imbruttito?
La vita è cambiata moltissimo, innanzitutto perché in questi 8 anni ho abbandonato i 40 anni e ho superato i 50. Il privilegio di indossare la maschera del personaggio ha accelerato la mia notorietà, dandomi la possibilità di consolidare la sperimentazione del mio gioco comico nella dimensione dei video, iniziata precedentemente con il Terzo Segreto di Satira.
Ho iniziato a fare il comico a Milano nel 1994, poco dopo aver finito la scuola di teatro Arsenale. Ho passato la maggior parte del mio tempo artistico nei peggiori club di Caracas direbbe qualcuno: 27 anni tra Arci, Cicco Simonetta, La casa 139, teatri off e luoghi non convenzionali, per raccontare la mia città insieme a tutti gli artisti underground della comicità milanese: Scaldasole, Democomica e Caravan Serraglio.
Poi è arrivato il Signor Imbruttito, il personaggio della Milano CAP 121 rigoroso, della doppia FF e il lavoro è passato da una ricerca individuale nella comicità, a una creazione collettiva, condivisa con team di giovani talenti, perché il successo non è mai figlio di un genio solitario ma di una armonia di fattori.
Ti ricordi il primissimo video che hai girato per il Milanese?
Certo il primo assoluto fu un test destinato ai centri media, girato in zona Chinatown/Sempione. Ricordo perfettamente anche l’incontro con gli Imbruttiti. L’ingaggio era chiaro: “Se arriva il grano faremo dei video insieme se non arriva è stato comunque bello conoscerti!”
Quella che sembrava una battuta svelava in realtà uno dei segreti di un successo collettivo. Insieme al talento e alla passione, per percorrere la via del successo, è indispensabile una quota di struttura che si occupi di raccogliere il grano per produrre. L’obiettivo è quello di creare un ecosistema che consenta ai progetti di diventare sostenibili. Numerosi progetti collettivi artistici terminano a causa della mancanza di guadagni reali. Se nessuno pensa al budget, passione e idee - senza ritorno economico - piano piano si spengono.
Hai un aneddoto che vuoi raccontarci e che riguarda le riprese del film?
Ci tengo a dire che come Tom Cruise in Mission Impossible, non ho MAI usato uno stunt man!
E di pericoli ne abbiamo incontrati: capre, pecore, mosche killer, altri insetti strani e cinghiali. Beh senza esagerare un cinghiale. E la scena del cinghiale resterà impressa nella mia memoria: scena girata in piena notte, la chiusura del set era vicina, erano le 4 del mattino (e già questo ha dell’eroico visto che ho una certa età e di solito a quell’ora sono brasato sul divano o a letto). Mi avevano dato informazioni tranquilizzanti, il cinghiale doveva essere un animale ibrido con padre cinghiale e mamma maiala (che detta cosi pensi ad alcuni esemplari che puoi incontrare all’Idroscalo). Il cinghiale in realtà era una femmina di cinghiale allevata in un allevamento di maiali, dolcissima e innocua.
Preso dalla scena, dalla foga della fuga dalla cinghiala, al quarto ciak (praticamente all’alba) correndo ho strappato un muscolo e dal dolore son stramazzato al suolo. Un momento di silenzio, panico generale della troupe (figa il protagonista ci muore d’infarto a metà delle riprese) misto alla preoccupazione per la mia condizione fisica. Per fortuna grazie al supporto di tutti ho potuto riprendermi e riprendere il lavoro in tempo per finire le scene. La cinghiala invece manco se n’è accorta, altrimenti avrebbe riso anche lei.
In quali difetti ti riconosci con il personaggio che interpreti?
In nessuno, figa, perché il Signor Imbruttito non ha difetti, è perfetto!
Quando indosso i panni del Signor Imbruttito è inevitabile che molte cose che porto sul set siano frutto della mia vita vissuta, magari proprio nel tragitto per andare al set. Ad esempio la differenza tra me e il personaggio al volante non esiste: odio perdere tempo e sono allergico alla stupidità e all’immobilità, fisica e mentale.
Invece sono profondamente differente dal personaggio nelle relazioni: credo che la gentilezza sia un’arma molto più potente dell’arroganza e a lavoro mi impegno a essere disponibile ed empatico.
Quanto è importante per un milanese ridersi addosso, anche nei momenti più difficili?
Quando arrivi a Milano, in Stazione Centrale, ad accoglierti c’è una meravigliosa gigantografia: Gaber, Jannacci e Fo. Che ridono. Come se i più grandi giullari di questa città desiderano accoglierci ridendo. E ci regalano la chiave per vivere a Milano: sense of humor e un po’ di sano cinismo.
Il milanese è un po’ schizo, da fuori possiamo sembrare un po’ folli e in effetti è così: se ne sei consapevole ci ridi sopra (evviva l’autoironia) altrimenti rischi di essere il pazzo che fa ridere gli altri!
E la storia del teatro canzone milanese ce lo insegna: dalle canzoni di D’Anzi, passando per quelle di Gaber, Jannacci, Walter Valdi, I Gufi, Cochi e Renato, Boldi fino a quelle di Lanzoni: c’è sempre la visione autoironica e cinica della condizione del milanese.
Qual è una tipica cosa milanese che ti fa realmente girare le balle?
Il bauscia ignorante che utilizza la milanesità, la nostra cultura, il dialetto e le tradizioni, per dividere e non per includere. Allora m’incazzo! Ricchezza e conoscenza sono doni, non gioielli da esporre, valori da condividere per generare ancora più ricchezza e più conoscenza. Al resto ci pensa il Giargiana
La comicità, e le sue forme, stanno cambiando. Che cosa pensi di LOL? E dei comici di Tik Tok?
La comicità è nata con l’uomo e risponde a regole universali, non di piattaforme. La comicità vista come format cambia, (in)segue il flusso del successo e i volti dei nuovi personaggi.
Il Signor Imbruttito è quello che nella tradizione della commedia dell’arte viene chiamato Capitano: sborone con i deboli e debole con i forti, si spaventa per primo e manda il Giargiana al fronte, armiamoci e partite! Il Giargana invece è uno Zanni che pensa solo a mangiare.
La commedia dell’arte nasce con i colleghi giullari dell’epoca rinascimentale, abilissimi maestri che rischiavano la testa, altro che fattura non pagata!
Il giullare, il comico, il clown, sono figure che nelle epoche si sono trasformate in base alle opportunità. Oggi puoi chiamarti stand up e pensare che i cabarettisti siano i primitivi della comicità, ma, in fondo, siamo tutti dei giullari: artisti che mettono la loro arte al servizio del pubblico, servitori senza padrone oppure servitore di due padroni, figa e fatturato.
LoL è stata una grande novità. È un gioco, molto divertente, con comici di altissima qualità, certamente un mix vincente, dove il meccanismo tiene alta la tensione. Ingaggio perfetto di un gioco di intrattenimento nel quale le trovate improvvisate dei comici non hanno un reale valore di contenuto, ma sono strumenti perfetti per generare risate.
Tik tok è una piattaforma e faccio i miei complimenti a chi, utilizzando il linguaggio adeguato, ha ingaggiato molti follower. Non credo che le cose accadano per caso, dietro a ogni successo c’è sempre molto lavoro. I social sono uno spazio sperimentale prezioso, seppur rimangano surrogati del palco live. Il palco, la terra di mezzo più potente. È sul palco che si vede tutto quello che sai fare e tutto quello che non sai fare. Sul palco forma e contenuti non sono optional. Questa è una scelta di campo perché si può far ridere dicendo qualcosa o si può dire qualcosa per far ridere; cogliere la differenza e scegliere da che parte stare è il dubbio che mi accompagna nella crescita artistica, ogni volta, prima di salire su quel palco.
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