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Bullismo sul lavoro: oltre 7 collaboratori su 10 lo hanno subito

All’interno degli ambienti lavorativi si sta diffondendo una nuova forma di vessazione: si tratta del workplace bullying, una forma di comportamento sociale di tipo violento e ripetuto nel tempo attuato nei confronti di colleghi e collaboratori.

Imbruttiti, vi è mai capitato di venire bullizzati al lavoro? Il bullismo non è certo una pratica esclusiva della scuola. Anche chi lavora negli uffici, nei negozi, nelle aziende o nei locali può subire le vessazioni dei capi o dei colleghi. Negli ultimi anni sono nate numerose attività organizzate con lo scopo di combattere il bullismo, ma ancora poco o nulla è stato fatto nel mondo del lavoro. 

All’interno degli ambienti lavorativi, infatti, si sta sempre più diffondendo una nuova forma di vessazione che colpisce professionisti e dipendenti: si tratta del workplace bullying, una forma di comportamento sociale di tipo violento e ripetuto nel tempo attuato nei confronti di colleghi e collaboratori. Purtroppo lo dicono i numeri. Stando all’approfondimento condotto da Espresso Communication per Great Place to Work Italia, il bullismo è stato definito da HR Executive come fonte di una epidemia fuori controllo. Secondo il portale d’informazione americano, che riprende i dati del Workplace Bullying Institute, addirittura oltre 7 dipendenti su 10 (quindi il 75%, tantissimo) dichiarano di essere stati bersaglio o di aver assistito ad atti di bullismo sul posto di lavoro, per un totale che va oltre i 79 milioni di collaboratori coinvolti solo negli Stati Uniti.

Il workplace bullying può includere abusi verbali, condotte offensive, intimidazioni o aggressioni, può causare sia danni fisici sia un crescente stato di angoscia mentale, nonché alto assenteismo e rotazione dei dipendenti, bassa produttività e, di conseguenza, danni alla reputazione di un’azienda. Per questo motivo è fondamentale avere un responsabile chiamato ad ascoltare il team, per mantenere ottimale il benessere organizzativo dell’ambiente. Secondo Francesco Deiana, Co-Founder di Adequat, società di consulenza che si occupa del benessere delle persone sul luogo di lavoro, “All’interno di ogni workplace è fondamentale lavorare attivamente per favorire un clima aziendale costruttivo e aperto al confronto. Il clima è espressione della cultura di un’organizzazione e crea la base su cui si innestano le percezioni dei lavoratori. La lotta al workplace bullyng inizia dalla leadership, da coloro che plasmano la cultura e sono prima espressione dei valori aziendali. Le iniziative di sensibilizzazione e intervento possono essere molteplici, ma tutte di basano sullo stesso principio: l’ascolto.”

Non pensiate che il workplace bullying sia un fenomeno circoscritto agli States eh. Stando al portale britannico People Management più di un quarto dei collaboratori coinvolti in un recente sondaggio afferma di essere stato vittima di vessazioni all’interno del proprio ambiente di lavoro. E ancora, secondo l’Irish Times il 9% dei lavoratori irlandesi ha subito atti di bullismo. Se quindi anche in Europa stiamo messi così male, difficile credere che in Italia il problema non esista. 

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