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Non molto tempo fa eravamo tutti belli carichi in vista di un miglioramento della pandemia, e di un allentamento delle restrizioni. Buoni motivi per tornare a programmare viaggi e per immaginare un turismo in lenta ripresa. Seee, col piffero. Tempo di entusiasmarci e sono arrivati la guerra e il caro-qualsiasi-cosa per farci planare rovinosamente coi piedi per terra. Ok, anche stica delle vacanze visto che c'è gente che ha problemi ben peggiori. Ma nelle nostre piccole vite tornare a viaggiare rappresenta una sorta di balsamo dopo mesi difficili. Per non parlare di quanto ne abbia bisogno il settore. Purtroppo, la ripresa tanto immaginata al momento non ci sarà: si prevede una Pasqua decisamente sottotono, come rivelato da Assoturismo Confesercenti.

"Stiamo assistendo a delle mancate prenotazioni sul turismo di prossimità e a delle disdette", ha detto il presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina, ai microfoni di Rtl 102.5. "Sarà una Pasqua in tono molto minore. Le prenotazioni che avevamo registrato soprattutto nel mese di febbraio sono quasi tutte disdette. Non c'è il turismo straniero. Il turismo di prossimità quello di Italia su Italia è un tipo di turismo che prenota oggi per domani", ha spiegato il Messina. I dati di riferimento sono quelli del primo trimestre, che segnalano sì una piccola ripartenza, ma malamente compensata da sedici milioni di presenze in meno, parlando di pernottamenti. Non benissimo. Di questi sedici, dieci milioni sono rappresentati da turisti stranieri, non pervenuti. "Dopo venticinque mesi di pandemia con la crisi dell'Ucraina noi spostiamo avanti ancora una volta l'asticella della ripartenza, che ci sarà, che sarà lenta e dolorosa. È sempre più difficile fare turismo in Italia". 

Nei prossimi mesi, quindi, avremo a che fare ancora con il turismo di prossimità, quello che poi ha caratterizzato questi anni infausti. "Chiaramente sarà un turismo che va alla riscoperta delle bellezze offerte dall'Italia, ma la differenza la farà il caro energia", ha detto Messina. Eh sì. Con l'aumento dei prezzi una delle prime cose che le famiglia scelgono di tagliare sono le vacanze. Però che peccato, tocca davvero fare qualcosa. Serve un piano strategico, un modo per far ripartire il turismo nonostante tutto. Anche perché non potremo più contare sul turismo russo, che rappresenta circa sei milioni di pernottamenti l'anno. Ma mancherà anche quello americano, e pure quello dell'Asia orientale. Insoma, una bad situation raga. Oh, speriamo almeno che a Pasquetta non piova, figa.

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