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Non sprecare cibo, non parlare di politica, non criticare il comunismo: le regole imposte dalla Cina ai suoi influencer

Tra le regole imposte dalle autorità ai creatori di contenuti, anche il divieto di ostentare uno "stile di vita stravagante" e l'obbligo di mostrare un diploma prima di parlare di argomenti tipo finanza o medicina

E chi l’ha detto che lavorare come influencer sia una passeggiata? Siamo ancora fermi a “si fanno due foto, cosa ci vuole”? A sentir parlare certi impiegati dei social, gestire contenuti, scatti, commenti e sponsorizzazioni è uno sbattimento non indifferente. Niente a che vedere, però, con gli influencer from China. Figa, per loro sì che è davvero dura. Il governo cinese, infatti, ha stilato una lunga lista di linee guida per chi si occupa di creare contenuti per l’Internet

Ma partiamo dal principio: perché la Cina si è inventata delle regole per gli influncer? Bè, perché di gente che frequenta i social ce n’è un casino: a dicembre 2021 erano oltre settecento milioni in tutto il paese, quasi il 70% della popolazione è attiva su Internet. Figa. E pure lì ci trovi tanto le celebrities, quanto gli influencer di moda, quanto i professionisti che fanno informazione attraverso il social. Le piattaforme più usate sono Douyin, che è tipo TikTok, e Kuaishou. Tra le regole che erano già presenti, il divieto per gli under sedici di giocare ai videogiochi per più di tre ore alla settimana (figa, pochissimo), di guardare contenuti in live streaming dopo le 22 e di comprare regali agli influencer. Poi vabbè, il governo ha pure vietato di creare contenuti non in linea con i valori socialisti del paese, niente di strano purtroppo.

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C’è invece una delle nuove regole inserite dalle autorità cinesi che tutto sommato ci sembra sensata: se sui social vuoi parlare di argomenti seri tipo legge, medicina o finanza, devi prima esibire un diploma o un certificato che attesti la tua autorità sull’argomento, che dovrà essere controllato in anteprima dalla piattaforma. Ci sta dai, con tutta la gente che si improvvisa esperta della qualsiasi e poi spara cazzate (o peggio, fa disinformazione), sapere che chi influenza sui social abbia un minimo di preparazione è rassicurante. Le regole sono in totale 31, e includono anche la “promozione attiva dei valori socialisti fondamentali” e il divieto di criticare il comunismo di stampo cinese e le riforme del governo in tema di mercato libero. Ecco, questo sa di censura.

Vietato anche usare deepfake e ostentare uno stile di vita stravagante, che non si capisce esattamente cosa voglia dire. Guai anche a mostrare un eccessivo spreco di cibo: questa ci sta, considerando che agli amici cinesi piace fare video in cui si mangiano la qualsiasi davanti alla camera giusto per il gusto di farsi guardare. E per verificare che le linee guida vengano rispettate, il governo ha messo al lavoro 50mila agenti che bazzicano costantemente il web. Oh, non si scherza niente in Cina eh? Che ansia

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