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Brutte notizie: il 23% degli italiani guadagna meno di 780 euro al mese

Quasi un quarto dei lavoratori del nostro Paese prende meno della soglia per la fruizione del Reddito di Cittadinanza

“La gente non ha voglia di lavorare”, “In tanti preferiscono stare a casa sul divano a prendere il Reddito di Cittadinanza invece che faticare”. E ci mancherebbe, figa. Ormai da mesi si legge di tanti imprenditori, soprattutto ristoratori e albergatori, che lamentano grandi e croniche difficoltà nel reperire personale. E se è vero che un bel po’ della ragione è da ricercare nel fenomeno della Grand Resignation, le dimissioni di massa che stanno avvenendo un po’ in tutto il mondo, oltre che in una tassazione alta a livelli inverosimili, è anche vero che forse la colpa non è solo di chi non vuole lavorare. Dai su, chi è che si spaccherebbe volontariamente la schiena 13 ore al giorno per poi essere pagato una miseria? A conferma del fatto che questa non sia solo un’impressione è intervenuto anche Pasquale Tridico, a margine della presentazione del rapporto annuale dell’INPS, di cui è presidente. I dati che emergono sono a dir poco allarmanti: il 23% degli italiani guadagna meno di 780 euro al mese. T’e capì?

Nemmeno 800 euro al mese! Dai, su. Continua Tridico: “La distribuzione dei redditi all’interno del lavoro dipendente si è ulteriormente polarizzata, con una quota crescente di lavoratori che percepiscono un reddito da lavoro inferiore alla soglia di fruizione del reddito di cittadinanza. Per contro, l’1% dei lavoratori meglio retribuiti ha visto un ulteriore aumento di un punto percentuale della loro quota sulla massa retributiva complessiva”. Insomma, si continua ad allargare il divario tra ricchi e poveri. Con tutte le (pessime) conseguenze del caso. La situazione è quella che è, con una crisi iniziata con la pandemia e continuata con la guerra in Ucraina, ma forse sarebbe il caso di rivedere un attimo gli stipendi, no? D’altronde, in tutta Europa, l’Italia è l’unico paese in cui la paga è diminuita invece che aumentare. Mentre il costo della vita cresce e cresce. Non sarebbero male nemmeno iniziative come quelle spagnole, dove il premier Sanchéz ha messo a disposizione abbonamenti gratuiti per i treni per tre mesi. Ma di queste misure in Italia, ahinoi, nemmeno l’ombra.

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