Dai oh, non se ne può più. Sembra di vivere in un forno. Già da maggio abbiamo iniziato a pezzare come mai prima d’ora e con l’avanzare dell’estate la situazione non fa che peggiorare. Il caldo torrido sta portando con sé, oltre alla sofferenza per il caldo stesso, tantissime conseguenze negative. La siccità, ad esempio, che ha costretto anche la fontana di Piazza Castello a rimanere senz’acqua per un po’. E se già così non fosse abbastanza, brace yourselves: l’ultimo anticiclone africano, che già da qualche giorno ha innalzato di brutto le temperature, ha deciso di ammazzarci almeno fino a settimana prossima.
Intanto, osservando questa prima metà di luglio, non c’è da star tranquilli: la Fondazione Osservatorio Meteorologico Milano Duomo ha raccolto un paio di dati e i risultati non fanno ben sperare. Nei primi 13 giorni di luglio la temperatura media è stata circa 3 gradi sopra la media degli ultimi 30 anni. Addirittura +4 rispetto al trentennio precedente. Dal ’60 al ’90, a luglio la temperatura media del mese era di 24 gradi: ora stiamo a 28. Follia.
Si vocifera che l’ultimo anticiclone possa addirittura far toccare i 40° gradi alla colonnina di mercurio: roba mai vista prima nella City, dove il record è di 39.8° risalenti al 2003. Insomma, c’è da trovare del refrigerio e le centraline parlano chiaro: a Milano, più asfalto c’è e più si cuoce. I quartieri più caldi sono infatti quelli della Bovisa (27,9°) e Sarpi (27,7°). Si pezza di brutto anche in centro e in Bicocca, dove la temperatura media è di 27.6°. La ragione è da ricercare appunto nell’urbanizzazione, visto che più palazzi e asfalto ci sono, meno spazio rimane alle aree verdi: non ci vuole una scienza.
La tendenza è infatti confermata anche dalle temperature medie più basse, appena sopra i 27°, registrate nelle zone di Città Studi, Forze Armate e in tutta la periferia sud della città. La prima zona gode di tantissimi viali alberati che regalano molte zone d’ombra, la seconda è invece vicina al Parco delle Cave. La periferia sud è invece vicinissima agli enormi campi che si estendono verso Pavia e il Lodigiano.
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