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bidella

Della serie: meglio tardi che mai. Vi raccontiamo una storia che sta giustamente facendo il giro dei media e del web, una storia che arriva da lontano, lontanissimo. Da Brindisi. Tale Marcella Primiceri, 58 anni, è stata finalmente assunta come bidella. Stica, direte voi. Buon per lei. La cosa curiosa di questa storia, però, è che la sciura Primiceri aveva fatto domanda per il posto ben 37 anni fa, nel 1985. Figa, rapidi.

La 58enne di Mesagne, in provincia di Brindisi, nel 1985 aveva 21 anni ed era una madre single. Desiderava lavorare come collaboratrice scolastica e fece domanda per diventarlo, ma nisba. Negli anni successivi, Marcella accettò così lavori parecchio duri, tipo quello di bracciante agricola. Nel marzo 2013 decise allora di trasferirsi a Lippstadt, città di poco più di 65 mila abitanti a 70 chilometri da Dortmund, in Germania. "Volevo dare un futuro migliore a mio figlio minore. La vita con me non è stata semplice. I problemi sono stati tanti ma non mi sono mai abbattuta riuscendomela sempre a cavare, combattendo per i miei figli", ha raccontato la donna al Corriere del Mezzogiorno. La Marcella se ne stava quindi placidamente in Germania, mangiando wurstel e crauti, quando a marzo 2022 alcune amiche di sua sorella la contattano per dirle (più o meno): "Oh, va che c'è uno che ti vuole parlare urgentemente".

Si trattava di una collaboratrice scolastica del suo paese, in Puglia, che la cercava perché il suo nome era presente nella graduatoria Ata per lavorare come bidella. "Dopo tutti questi anni me ne ero dimenticata", ha ammesso la Marci. Grazie al decreto supplenze Ata, era ancora nelle graduatorie provinciali a esaurimento, insieme a tutti quelli che si erano iscritti 45 anni fa e oltre. Comunque la Primiceri contentissima della chiamata. "Avuta la conferma dal sindacato che se mi fossi presentata il giorno delle convocazioni mi avrebbero assegnato una supplenza annuale, ho fatto le valigie e sono partita subito. Questa donna mi contattò già nel 2020 via Facebook, ma non lessi il messaggio. Se lo avessi visto, oggi sarei già di ruolo".

Anche perché, parliamoci chiaro. Carinissima la Germania eh, ma che due palle. "Mi mancava soprattutto il calore della gente. Trascorrevo le mie giornate tra casa e lavoro, il tempo libero era ristretto al fine settimana, i negozi chiudono alle 18 e tutto si spegne, non avevo la possibilità di uscire per una passeggiata o di condividere un caffè con un’amica per scambiare due chiacchiere", ha raccontato la donna, che ha quindi mollato in tempo zero la Germania, dove lavorava come operaia in una fabbrica, ed è tornata a Mesagne. "In Germania si viveva bene, arrivavo a guadagnare fino a 1.800 euro, ma tornare a casa non ha prezzo. Non rimpiango quanto mi abbia dato il paese tedesco, ma nel mio cuore c’era sempre la mia terra natia, la mia patria. Ancora non ci credo che mi sia stata data questa opportunità". E adesso, a 37 anni di distanza da quella domanda che fece da ragazza, Marcella ha finalmente un soddisfacente posto fisso. "Potrò fare lavori meno logoranti e pesanti, che ho sempre svolto sin da quando ero ragazzina. Ultimata la scuola, infatti, mio padre ci mandò tutti a lavorare in campagna. Per tanti anni ho svolto anche un doppio lavoro, ora finalmente farò un lavoro un po’ più tranquillo, soprattutto per la mia schiena, ed anche più pulito, dove stai al caldo d’inverno e al fresco d’estate. È tutto diverso". Che roba la vita, eh?

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