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Alcuni punti vendita Decathlon cambiano nome in Nolhtaced: ecco la (nobilissima) ragione di questo esperimento

L'iniziativa vuole promuovere il concetto di "reverse shopping", ossia il riacquisto da parte del rivenditore di prodotti che i consumatori non utilizzano più. I clienti portano in negozio i capi usati e in cambio ricevono un buono sconto sui futuri acquisti. I prodotti usati, dal canto loro, saranno venduti a un prezzo conveniente.

Non sappiamo se siete sul pezzo, ma vi briffiamo noi. Alcuni punti vendita Decathlon, in Belgio, hanno cambiato nome in Nolhtaced, che poi è sempre lo stesso nome, ma al contrario. Gli store sono a Namur, Gent ed Everre quindi voi giustamente direte: “Sì, ma a noi cazzo ce ne?”. Ci sta. I motivi dietro questo change, però, sono molto interessanti e potrebbero aprire nuove strade al modo in cui intendiamo il commercio e lo shopping. Decathlon è partita dal Belgio, infatti, per indagare nuovi modi di fare business in modo sostenibile. In questi tre punti vendita i clienti potranno rivendere articoli sportivi vecchi o usati per ottenere un buono sconto sui futuri acquisti; i prodotti usati, dal canto loro, saranno venduti a un prezzo conveniente. Figo, no? Quante volte ci siamo comprati completini spettacolari per la palestra, manubri e tappetini e poi ci siamo allenati due volte in tre anni? Tipico. Al momento parliamo di un test, un progetto sperimentale, ma vai a sapere come si evolverà.

Ecco, se fossimo in Belgio, potremmo rivendere i nostri completini nuovi di zecca da Decathlon. Anzi, pardòn: Nolhtaced. Il buono che riceve chi rivende i capi usati rimane valido per ben due anni, mentre i prodotti troppo rovinati e sfatti che quindi non potranno essere rivenduti, potranno essere comunque lasciati gratuitamente in negozio. Sarà Nolhtaced a provvedere al loro corretto smaltimento. “Il nostro modello di consumo deve cambiare: dobbiamo acquistare meno prodotti nuovi e rivendere, riparare o noleggiare di più. Anche i consumatori stanno iniziando a guardare le cose in modo diverso”, ha spiegato Joeri Moons, responsabile della sostenibilità Nolhtaced in Belgio.

Alla base dell’iniziativa c’è l’idea di promuovere il concetto di reverse shopping, ossia il riacquisto da parte del rivenditore di prodotti che i consumatori non utilizzano più. “L’obiettivo è riutilizzare quante più apparecchiature possibili per ridurre l’impatto sul nostro ambiente ed evitare sprechi. La gamma di prodotti di seconda mano di Decathlon consentirà inoltre ai consumatori meno fortunati di acquistare attrezzature sportive di qualità a un prezzo inferiore”, si legge in un comunicato di Decathlon Belgio. E la cosa interessante è che si può portare di tutto, compresi articoli sportivi non acquistati nella celebre catena. Top.

Un bel business raga, anche perché visto il periodo di crisi e l’aumento dei prezzi di qualsiasi cosa, ha ragione chi sta fiutando l’interesse crescente dei consumatori per i prodotti di seconda mano. Influenzato dall’elevata inflazione che ha reso la vita più cara negli ultimi mesi, degli oltre 40mila articoli di seconda mano (di cui 26mila riacquistati, 15mila provenienti da resi, modelli di prova o di esposizione) proposti dalla catena, circa l’80% sono stati venduti. Vanno forte le biciclette per bambini, le mountain bike e le attrezzature per il fitness, ma anche abbigliamento e scarpe. Un segnale bello chiaro, no?

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