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Sarà successo mille volte anche a voi di prenotare un ristorante e poi, per mille motivi, non poterci più andare. Quello che sicuramente avrete fatto sarà stato chiamare e disdire. Ci sta. Eppure, purtroppo per i ristoratori, c'è tanta gente che non avvisa. Che magari ha pure prenotato per 10, 15 o 20 persone e che senza dire nulla lascia i tavoli vuoti. Questa cafonata nel settore ha un nome, no show, e stando ad un approfondimento di Repubblica starebbe diventando un comportamento piuttosto diffuso anche qui in Lombardia. Pare che infatti in altre regioni, tipo nel Lazio, questa pessima abitudine non sia così insolita.

Eh sì: pensate che a Roma lo stellato Glass Hostaria a Trastevere della chef Cristina Bowerman abbia deciso di applicare il no show fee, una tassa in caso di mancata presentazione. Ma pure in Toscana sì sono già organizzati: Confcommercio ha sottoscritto una convenzione con le società che gestiscono i portali delle carte di credito in modo da permettere ai ristoratori di prelevare un tot di penale dal conto di chi sparisce senza dire nulla. E insomma, pare che questo trend sia arrivato anche in Lombardia, come dimostrato dallo sfogo social del titolare del ristorante Rosso di Sera di Drezzo (frazione di Colverde, nel Comasco). "Ho 70 coperti e ieri a pranzo ne ho persi 15 perché tre tavoli prenotati sono rimasti vuoti e nessuno ha chiamato per avvertire" ha spiegato il gestore, Dennis Bormolini.

"Una delle prenotazioni era per le 12.30. Alle 13.19, non vedendo arrivare nessuno, abbiamo scritto un messaggio per chiedere notizie e ci è stato risposto che i clienti non sarebbero venuti 'causa maltempo'. Neanche fossimo in alta montagna e ieri ci fosse stata una bufera di neve. Ogni giorno dobbiamo combattere contro la maleducazione e il menefreghismo della gente". Che poi, fosse un caso isolato ok, ma questo pare un vero e proprio andazzo. "Solo nell'ultima settimana ho avuto nove casi di no show, per un totale di 40 coperti saltati. Faccio questo mestiere da 30 anni e non era mai successo nulla del genere. Non c'è alcun rispetto per le persone che lavorano e questa tendenza preoccupante si manifesta in innumerevoli modi: mi è addirittura capitato di ricevere una prenotazione alle 12.30 poi disdetta alle 12.31. Significa affrontare con superficialità e leggerezza decisamente eccessive quello che per noi è un lavoro. Il punto più basso si tocca poi con le cene aziendali: lo scorso Natale una società aveva prenotato 40 coperti e si sono presentate 28 persone". Pessimi dai.

A confermare come questa mania di prenotare e poi sparire sta effettivamente aumentando anche in Lombardia è Fabio Acampora, vicepresidente vicario di Epam. "Se una volta se ne parlava prevalentemente a Roma e lo so bene perché ho locali anche là, dov'è capitato che il no show interessasse in una sera addirittura il 20% dei coperti, ora l'abbiamo riscontrato anche a Milano" ha spiegato a Repubblica. "Le uniche strategie che i ristoratori possono mettere in atto per difendersi sono il recall, ovvero richiamare i clienti qualche ora prima del pranzo o della cena per chiedere conferma, e soprattutto la possibilità di prelevare una penale dalla carta di credito del cliente in caso di disdetta dell'ultimo minuto, come avviene negli alberghi. Stiamo lavorando proprio per questo a partnership ad hoc con i gestori delle carte di credito". Ovvio, questa non è una soluzione easy e adatta a tutti i locali. "Come si fa per esempio con le prenotazioni last minute? Mi è successo di ricevere una chiamata da una famiglia che ha garantito 'Saremo lì in dieci minuti'. Dopo un'ora li ho richiamati perché non era arrivato nessuno e mi hanno comunicato serafici che stavano pranzando altrove perché avevano cambiato idea". Secondo il titolare del Rosso di Sera di Drezzo, bisogna  sensibilizzare le persone sulla questione. "So che può sembrare un'utopia, ma se non ci proviamo non cambierà mai nulla". Dai raga, a noi sembra la base... no?

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