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Il 14 maggio è la festa della mamma, e al di là di fiori e fiorellini da regalare alla nostra amata genitrice, la giornata offre un'occasione utile per fermarsi a riflettere sulla situazione delle mamme oggi. Spoiler: non benissimo. A darci un'idea di quanto non sia idilliaca la situa è l'ultimo rapporto di Save the Children sulla denatalità nel nostro Paese, chiamato non per niente Le equilibriste. Primo dato: in Italia si fanno pochissimi figli. Il 2022 ha stabilito il minimo storico delle nascite nel nostro Paese: -1,9% per 392.598 registrazioni all’anagrafe.

Le donne fanno pochi figli, o non ne fanno proprio: i bimbi nati nel 2021 sono il 34,5% in meno di quelli che nascevano nel 2008, e c'è stato un calo anche dei figli nati da entrambi i genitori stranieri, che si è fermato a quota 56.926 nel 2021 (era 79.894 nel 2012). Altro dato: le donne diventano madri sempre più tardi. L'età media al primo parto ormai è intorno ai 32 anni, ma è alta anche la percentuale di donne che fanno il primo figlio a 40 anni, di poco sotto il 10 per cento. Ma continuiamo con i dati: il 12,1% delle famiglie con minori in Italia (siamo sui 762mila nuclei) sono in condizione di povertà assoluta, e una coppia con figli su 4 è a rischio povertà.

Il report contiene l'approfondimento L'Indice delle Madri, che segnala le regioni più o meno amiche delle mamme in base a demografia, lavoro, servizi, salute, rappresentanza, violenza, soddisfazione soggettiva. Ecco, la Lombardia ha ancora molta strada da fare. Con 104,2 punti la Regione si ferma all'ottava posizione dell'Indice generale, 14 punti sotto la Provincia di Bolzano (118,8) che invece guadagna il primo posto, seguita dall'Emilia-Romagna (112,1). Se poi parliamo di numero medio di figli per donna o tasso di fecondità totale, peggio ancora: la Lombardia, con 104,2 punti, è solo decima. Va meglio se parliamo di dimensione del Lavoro, con la Regione quarta (106,2), dopo Emilia-Romagna, Piemonte e Valle d'Aosta. Quindi ok, qui le donne lavorano di più, ma questo non basta. Mancano, evidentemente, adeguati supporti e servizi per l'infanzia, come dimostrano i numeri legati alla scarsa natalità. Spiace dirlo, ma si muore di più e si nasce di meno. Ergo, le città stanno invecchiando a vista d'occhio. Ad essere diminuite, in particolare, sono le nascite da genitori italiani e sono in calo anche i bimbi nati da coppie sposate: i pargoli nati al di fuori del matrimonio sono stati il 40% del totale.

Ma quali sono le cause di questi numeri? Niente di sorprendente. Partiamo prima di tutto dal lavoro, dove si rileva ancora un gap di genere molto forte. L’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) ci rivela che le donne guadagnano in media 7mila euro annui in meno degli uomini per gli impieghi full–time, 3mila per i part-time. Per scelta o per necessità sono ancora moltissime le donne che scelgono di licenziarsi per occuparsi dei figli. Secondo i dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) nel 2021 le dimissioni volontarie delle neo mamme sono state 52.436 di cui 37.662 convalide (il 71,8%), ma va detto che rispetto al passato sono aumentate anche le dimissioni da parte dei neo papà. Solo che, una volta avuto il figlio, per le donne rientrare nel mondo del lavoro è molto più complicato. Nel 2022 il divario lavorativo tra uomini e donne era del 17,5%, ma se ci sono di mezzo minori la percentuale cresce notevolmente. Nella fascia di età 25-54 anni, se c’è un figlio minore, il tasso di occupazione per le mamme si ferma al 63%, contro il 90,4% di quello dei papà. Con due figli minori scende fino al 56,1%, mentre i padri che lavorano sono addirittura il 90,8%. Figa.

Partendo da questo sconfortante scenario, non stupisce che sempre meno donne pensino al secondo figlio. Non solo per il lavoro eh, ma anche perché non hanno vissuto bene l'esperienza del primo parto. Che sia stato per la depressione post partum, per violenza ostetrica o perché non si sono sentite accudite psicologicamente, come dichiarato da una donna su due nel sondaggio che IPSOS realizzato ad hoc per il rapporto Save The Children. Le neo mamme soffrono anche i primi mesi di accudimento del neonato, nei quali evidentemente non hanno abbastanza sostegno e supporto. Insomma raga: qui se non si fa qualcosa di concreto non ci saranno più mamme da festeggiare. Triste, ma vero.

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