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Ma state insieme oppure no? Ecco, questa è una “situationship”

Vivere questi rapporti in zona grigia non è sempre un male: secondo gli esperti possono essere un modo divertente per esercitarsi con gli appuntamenti e avere connessioni casuali con persone che ti aiutano a capire cosa non vuoi in un partner.

Vi sarà certamente capitato (o magari ci siete in ballo proprio adesso) di vivere una storia che però – per qualche motivo – non riuscite a definire tale. Cioè state benissimo insieme, vi cercate, vi scrivete, epperò… bo, l’altro non sembra intenzionato a fare l’upgrade da frequentazione a relazione. Una bella menata. Se quindi non è una trombamicizia ma nemmeno una storia ufficiale, allora probabilmente si tratta di una situationship. Che non vuol dire un cazzo, siamo d’accordo, ma è utile a definire l’indefinibile. Parliamo di una situazione, di una roba ibrida che – si spera – troverà a breve un suo sviluppo. O forse no.

La parola è ampiamente utilizzata nei paesi anglofoni, mentre qui non ha ancora trovato un suo spazio nello slang comune. Cambia poco, comunque: la situationship esiste da sempre, da quando ci confidavamo con amiche e amici sperando risolvessero il nostro dubbio. “Ma secondo te stiamo insieme?”. O magari siete proprio voi a volervi mantenere nella zona grigia, perché la persona vi piace ma non ve la sentite – per adesso – di dare di più. Come capire se siete impelagati in una situationship? Entriamo in modalità Cioè per farvi adesso un bell’elenchino di indicatori che sì, probabilmente anche la vostra storia non è una vera storia. Parola di Carla Manly, psicologa californiana interpellata dalla CNBC.

First: non si fanno progetti. Vivere insieme, conoscere i genitori, farsi una bella vacanza. Per carità! Se uno dei due prova a delineare un project legato al futuro, generalmente l’altro – che sta benissimo nella situationship – cambia discorso. Difficile anche semplicemente programmare un’uscita che vada oltre una settimana: gli incontri si organizzano all’ultimo, ed è soprattutto la persona meno coinvolta a decidere, lasciando all’altro la sensazione di essere un po’ un ripiego. Altro segnale: non si presentano amici e parenti. Conoscere il mondo dell’altro sarebbe indubbiamente un grosso passo avanti, per questo chi vive felicemente in una situationship fa di tutto per evitare di approfondire i legami dell’altro.

Cambi di programma. La persona che, nella coppia, tiene maggiormente le distanze è anche solitamente quella che tira più pacchi. E quindi vai di scuse all’ultimo per evitare un appuntamento. “Scusa ho un alro impegno”, “Troppo lavoro”, “Non mi sento in forma” e altre cazzate. In generale, è indicativo il fatto di non andare mai a fondo. Raramente ci si confida, ci si racconta in maniera profonda. Il rapporto galleggia in superficie, accontentandosi di risate, chiacchiere e tanto sesso. Lo psicologo clinico Vijayeta Sinh ha confermato a Today.com che la situationship è semplicemente una relazione che non è stata definita. “Finché entrambe le persone sono d’accordo, allora va bene perché tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda. Ma quando una delle due vuole chiarire le cose, allora il rapporto diventa problematico, soprattutto se l’altra non è disposta a farlo”.

Holly Schiff, psicologa clinica, ha aggiunto che le situationship sono complicate perché hai tutti i vantaggi di una relazione senza però averne il titolo. Non ci sono aspettative. Nessun confine prestabilito. Nessuna coerenza. “Non sai cosa aspettarti dall’altra persona. Non sai nemmeno quando la vedrai la prossima volta, o quanto tempo impiegherà a rispondere al tuo messaggio o se farà uno sforzo per raggiungerti” ha detto la Schiff a Today. Comunque oh, questa roba indefinita non è per forza un male. “Penso che questi rapporti siano un modo divertente per esercitarsi con gli appuntamenti – ha detto al magazine Jennifer Klesman, un’assistente sociale clinica – Puoi avere connessioni casuali con alcune persone che ti aiutano a capire cosa fai e cosa non vuoi in un partner”.

Bo raga, a voi è mai successo? Che avete fatto?

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