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La rivoluzione di Elon Musk è ufficiale: via l’uccellino, ora il nuovo logo è una X

Adesso al posto del volatile troneggia una seriosa e ancora poco intuitiva X, che però anticipa un grande cambiamento, alimentato dall'intelligenza artificiale

Dopo giorni di attesa, ormai è ufficiale. Il grazioso uccellino che da sempre rappresenta Twitter è stato seccato. Caput. Impallinato. Rip. Elon Musk l’aveva promesso, Twitter cambierà pelle. E adesso, al posto del volatile troneggia una seriosa e ancora poco intuitiva X, anche avatar dello stesso profilo di Musk. Ocio quindi, a scrivere “cinguettare”: toccherà trovare un nuovo termine per spiegare l’azione di scrittura sul social, ma pace.

“X è qui! Facciamolo!”, ha scritto la CEO di Twitter, Linda Yaccarino, annunciando la new entry. Addio quindi a Larry T Bird, l’uccellino ideato dal co-fondatore di Twitter Biz Stone, in onore dell’ex giocatore di basket dei Boston Celtics Larry Bird. Bye bye anche all’azzurrino, da sempre colore del social, soppiantato adesso dal nero pece. La X per Musk è una vera e propria fissazione. Dopo aver acquistato Twitter l’anno scorso per 44 miliardi di dollari, il tycoon ha cambiato il nome del gruppo in X Corp. E che dire del colosso dello spazio SpaceX. “Non so quali indizi possa fornire, ma la lettera X mi piace” ha twittato Musk recentemente, confermando la sua crush. E quindi cambierà anche il linguaggio utilizzato fino ad ora. Niente cinguettii, niente più tweet. “D’ora in poi i post si chiameranno X”.

Ovviamente il cambiamento non si riduce ad un semplice cambio di immagine. Gli obiettivi di Musk sono più ampi. L’evoluzione riguarderà messaggistica, pagamenti e attività bancarie potenziate dall’intelligenza artificiale, che punta a “creare un mercato globale per idee, beni, servizi e opportunità. Alimentato dall’intelligenza artificiale, X ci collegherà tutti in modi che stiamo appena iniziando a immaginare”. Ma questo cambiamento così radicale sarà un bene per il social? Per Jason Goldman, ex di Twitter, no. “Non ha molto senso sostituire un marchio riconosciuto a livello globale con un simbolo generico”. Il Goldman però dovrà accettarlo: la rivoluzione è appena cominciata.

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