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Lifestyle
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Siamo soliti credere che uno dei simboli italiani nel mondo sia la pizza. Una roba pure un tantino stereotipata e - ad oggi - forse nemmeno così realistica. Sì perché in realtà paese che vai, pizza che trovi. Prendiamo gli States, ad esempio. Lì la pizza te la fanno a modo loro, con i loro gusti (spesso indecenti, ammettiamolo), e per quanto dimostrino di apprezzare lo stile napoletano, continuano comunque a preferire la loro versione. A dircelo un reportage del Washington Post, che ha analizzato 7,5 milioni di recensioni del portale web americano Yelp, che raccoglie le opinioni degli utenti su locali, ristoranti, bar, località e molto altro. Tipo Tripadvisor, insomma. Cosa è venuto fuori, quindi? Che per gli yankee la regina delle pizze è quella di New York, non si discute.

Ok, da buoni italiani orgogliosi è un attimo che ci si gonfia la vena. "Ma come si permettono questi adepti del fast food di non assegnare alla nostra italica pizza il primo posto della loro insulsa classifica? Ma vuoi mettere la nostra pizza con la loro?". Classicone. Ma alla fine ci sta, quando ti abitui a mangiare in un certo modo i tuoi gusti si adeguano alla quotidianità, e questo vale tanto per gli amici americani quanto per noi. Quindi chi ha ragione? Ma soprattutto: come minchia è fatta la pizza newyorkese?

Partiamo dalla base. La pizza originale è quella napoletana. Spiace ma va detto, anche perché è Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità da parte dell'UNESCO dal 2017, quindi c'è poco da aggiungere. L'impasto è preparato solo con acqua, farina, lievito e sale, senza l'aggiunta di olio o zucchero. La pizza napoletana deve essere poi cotta in un forno a legna a una temperatura di almeno 430 gradi per pochi minuti, che consentono la formazione di un bel crostone croccante fuori e morbido dentro. Il resto lo fanno gli ingredienti, pochi ma di qualità: mozzarella di bufala, il pomodoro San Marzano e il basilico fresco, se vogliamo andare su una classica Margherita che non si sbaglia mai.

La pizza from New York è solitamente più grande (anche 50 cm di diametro contro i 30 della collega partenopea), più piatta, con la crosta sottile e si usa di default suddividerla in fettine, anche quadrate o rettangolari. Si tratta della classica pizzata da fast food, dove al posto della mozzarella seria spesso spalmano formaggio cheddar. La pizza della Grande Mela, inoltre, è tutto tranne che semplice. Anzi, più ingredienti ci trovi, meglio è. Così spazio a salsiccia, peperoncino, cipolla, prosciutto e ovviamente l'immancabile bacon, per un tripudio di sapori che - onesti - sembra davvero too much. A New York, più ancora che a Milano, non hanno tempo da perdere quindi si accontentano di questi trancetti mollicci (dai, si scherza) da portarsi in metro o sul taxi. Sia come sia, loro la adorano.

La ricerca del Post ha scoperto che negli Usa la pizza newyorkese è la più diffusa in ben 42 stati su 50 totali e nel District of Columbia, il distretto federale della capitale Washington. Un successone tre volte maggiore rispetto alla seconda in classifica, la pizza in stile napoletano. Terzo posto per un'altra produzione USA, la pizza di Chicago, nota anche come double-crusted deep-dish pizza. Questa ha la pasta molto alta - manco fosse una torta - ed è straricca di formaggi e condimenti a pioggia. Quarto posto per la pizza di Detroit, che è tipo la nostra pizza in teglia, spessa e morbida; quinta la pizza pseudosiciliana, una sorta di sfincione palermitano; sesto posto per la pizza tipica del New England, cotta in teglia bassa e con una consistenza simile alla focaccia.

Insomma, se capitate negli States avrete l'imbarazzo della scelta (imbarazzante).

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