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Eh già, a Milano gli under 40 guadagnano meno di quello che spendono

Milano è tra le città più amate dai giovani, ma anche tra le più difficili da abitare. Il costo della vita infatti è più alto dei guadagni

Articoli su quanto sia difficile vivere a Milano ne abbiamo? Dai, ci mettiamo del nostro e aggiungiamo altro materiale alla questione, in modo da riflettere su un tema particolarmente delicato per Millennial e Gen Z: il costo della vita nella City. L’analisi di Adesso! – movimento di proposta e progetto di media activism lanciato da Tomaso Greco, editore della casa editrice Bookabook – è stata elaborata sulla base delle risposte di oltre 600 milanesi tra i 20 e i 40 anni, che hanno partecipato ad un sondaggio Instagram. I risultati sono piuttosto crudi, e dipingono una situazione complessa e complicata, nella quale moltissimi under 40 (ma a naso secondo noi anche parecchi over) guadagnano meno di quello che spendono.

“Riesci a risparmiare vivendo a Milano?” era la domanda di partenza. Delle tre opzioni di risposta, la più gettonata è stata l’ultima, con il 62% degli intervistati che ha ammesso di non riuscire sempre a risparmiare, con il rischio addirittura di doverci rimettere per spese impreviste. Solo il 18% ha detto di riuscire quasi sempre a cavarsela, risparmiando circa 200 euro al mese (ammazza, riccanza). Il 21%, riesce a farlo spesso, anche se non sempre trattiene una cifra così elevata. Il mini-studio di Adesso si accoda ai recenti dati di Cgil e OsservatorioJobPricing, secondo i quali il costo della vita a Milano è nettamente superiore a quello delle altre città d’Italia. E nonostante sia supportato da un 33% in più in busta paga, e da uno stipendio annuale di 37k lordi a fronte dei 30.830 della media italiana, una vita easy way non è affatto garantita. A pesare sui conti e nelle tasche è poi anche l’inflazione, che ha aumentato le spese per la casa, quelle sanitarie, ma anche per la cultura, lo svago, le attività ricettive, la ristorazione, bla bla bla. Lo sappiamo.

Fatto sta che, come racconta Tomaso Greco, la ricerca è la fotografia di un fenomeno che un po’ di ansia la mette. E si comincia a dire che Milano abbia perso la sua vocazione primaria: quella di essere una città dinamica e attenta alla crescita dei giovani. “Milano ha sempre chiesto tantissimo a chi arrivava qua per studiare e lavorare. Ma poi restituiva anche molto”. Oggi, invece, se la si guarda in rapporto ad altre metropoli europee, ha di certo uno dei peggiori rapporti tra affitti e stipendio. Vanificando anche il sogno di molti di comprare casa e mettere su famiglia. E così la soluzione per tanti sembra essere quella di restare a casa con i genitori. Non molto cool, ma almeno si evita di bruciare tutto lo stipendio.

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