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Una sentenza cla-mo-ro-sa della Cassazione ha stabilito che i ritardi dei treni creano un vero e proprio danno esistenziale a chi li subisce, che va quindi adeguatamente risarcito. L'occasione è stata il caso di un pendolare rimasto per 24 ore sulla Roma-Cassino senza cibo, al quale spetterà adesso un rimborso di ben 400 euro a fronte del costo del biglietto di 5 euro. Certo, ce ne è voluto di tempo eh. Come riporta Il Messaggero, infatti, i fatti risalgono addirittura al 3 febbraio 2012. Il treno, a causa di una nevicata, rimase isolato per un giorno e una notte e inevitabilmente i passeggeri rimasero intrappolati sul convoglio senza cibo. Per la Corte "i bollettini metereologici risultavano aver chiarito in misura sufficiente - al di là quindi delle pur possibili evoluzioni ulteriormente peggiorative - a dover indurre l'esercente il servizio di trasporto ferroviario a predisporre, con precauzionale diligenza, misure organizzative di assistenza, indipendentemente, cioè, dalla possibilità di porle in essere, in forma ridotta, una volta concretizzata la situazione di emergenza […]". Della serie "lo sapevate e non avete fatto una sega".

E poi ancora: "Il tribunale ha evidentemente quanto ragionevolmente ritenuto il travagliato viaggio di quasi ventiquattro ore continuative in defatiganti condizioni di carenza di cibo, necessario riscaldamento e possibilità di riposare, un'offesa effettivamente seria e grave all'individuabile e sopra rimarcato interesse protetto, tale da non tradursi in meri e frammentati disagi, fastidi, disappunti, ansie o altro tipo di generica insoddisfazione".

Non una bellissima esperienza, va detto. Adesso, dopo un bel po' di anni e - immaginiamo - di scazzi, finalmente la meritata conclusione della faccenda. Che ha aggiunto un elemento inedito nelle motivazioni, cioè che quello causato ai passeggeri è appunto un "danno esistenziale". Da adesso in poi - e questo è ciò che al momento ci interessa di più - abbiamo un precedente. La sentenza, infatti, può essere estesa ai casi meno gravi. E se c'è una cosa che in Italia (e a Milano anche eh) non manca, quella sono proprio i treni in ritardo. Il fatto che sia stato riconosciuto il "danno esistenziale" è un bel passo avanti, perché in effetti un ritardo importante può provocare un'infinità di menate che ad oggi non hanno mai avuto un adeguato risarcimento. Che potrebbe scattare soprattutto se i rallentamenti sono prevedibili ma le Ferrovie dello Stato non hanno avvisato i clienti e non si sono attivate per renderli tollerabili.

Pensate ad un appuntamento di lavoro mancato, alla perdita di una coincidenza in aeroporto, alla perdita generale di tempo prezioso che avremmo utilizzato in altro modo. "Con un'importante sentenza la Corte di Cassazione riconosce in modo definitivo il danno esistenziale da ritardo del treno, e apre le porte ai risarcimenti in favore degli utenti danneggiati dai disservizi ferroviari anche in caso di maltempo" conferma il Codacons, rendendo noto il contenuto della decisione della terza sezione civile della Cassazione. E allora occhio, da ora in poi, ad eventuali ritardi in stazione: se l'operatore non ha correttamente informato i consumatori e non ha fatto tutto il possibile per evitare le conseguenze dannose del ritardo... allora potete chiedere il rimborso per danno esistenziale.

Sperando ci impieghi meno di undici anni eh.

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