Ora, non è he vogliamo fare gli allarmisti eh, ambasciator non porta pena. Però qualche mese fa avevamo anche noi approfondito l'argomento "caldo anomalo" insieme a Serena Giacomin, Fisica dell'atmosfera e presidente dell'Italian Climate Network. Ebbene, adesso Copernicus Climate Change (C3s), il programma di osservazione della Terra di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Ue ha dichiarato - dati alla mano - che il 2023 è stato effettivamente l'anno più caldo mai registrato dal 1850, con l'aumento della temperatura media globale vicina al limite di 1,5 gradi centigradi (1,48 rispetto al livello preindustriale). Le notizie belle per cominciare l'anno, eh?
Il portavoce del segretario generale dell'Onu, Stephane Dujarric, ha commentato la notizia descrivendo la situazione vissuta finora "solo assaggio di un futuro catastrofico". Ottimo. Bene. Wow. Che storia. Bellissimo. Che gioia. Oh, anche le temperature della superficie del mare hanno superato i massimi precedenti, fantastico. Stiamo daddio.
Vabbè, diranno i soliti scettici, ha fatto un po' più caldo. Embè? Bè, c'è che i numeri questa volta raccontano una storia inquietante: quasi la metà dei giorni del 2023 è stata più caldo di oltre 1,5 °C rispetto al livello del periodo 1850-1900. Tipo, due giorni di novembre sono stati, per la prima volta nella storia delle rilevazioni, più caldi di oltre 2 gradi. Questa situazione, spiega Copernicus, "non significa che abbiamo superato i limiti fissati dall'Accordo di Parigi, ma stabilisce un precedente terribile". Rendiamoci conto: ogni mese da giugno a dicembre dell'anno scorso è stato più caldo del mese corrispondente in qualsiasi anno precedente. Luglio e agosto sono stati i due mesi più caldi mai registrati, mentre dicembre è stato il dicembre più caldo a livello globale, con una temperatura media di 13,51 gradi.
Che dobbiamo fare quindi? Pregare senza sosta? Fare i bagagli direzione Marte? Per Carlo Buontempo (mai cognome fu più azzeccato) direttore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, è necessario "decarbonizzare urgentemente la nostra economia, utilizzando i dati e le conoscenze sul clima per prepararci al futuro". Questi dati "forniscono un'ulteriore prova del crescente impatto dei cambiamenti climatici" ha dichiarato Mauro Facchini, capo dell'Osservazione della Terra presso la Direzione generale per l'Industria della Difesa e lo Spazio della Commissione Europea - L'Unione Europea ha concordato una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, oggi mancano solo 6 anni". Ma tutto bene comunque eh.
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